Scritti giovanili 1912-1922
L'umanesimo prestabilito di Michelangelo fu compreso anche dalla finezza critica di Vasari : «Ha Michelangelo atteso solo... alla perfezione
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traverso e il profondo, rimpolpando di vita una linea che non diverga troppo dalla diagonale del cubo.
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pittorica, e più dalla deliziosa improvvisazione della luce.
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Le qualità eminenti di plastica che domandavano large superfici, aria vacua, materia di sodezza inesorabile, vengono ridotte allo stremo dalla
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Ho detto che la pittura per prima si è liberata dalla dissoluzione dell'impressionismo per procedere verso intenti che sono di natura strettamente
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Chi sa infine se la foresta sia più quella dei tronchi scabri o non piuttosto, al mezzogiorno, dei cilindri che prillano dalla volta frondosa al
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Anzi, se non fosse che qualche ragione più profonda sorregge questa separazione delle nervature dalla materia potremmo forse richiamarci ai grandi
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superiore respirazione plastica dalla trachea che s'imbocca d'aria: risuonerà uscendo dalla rumorosa buccina dorsale!
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Di fronte, il corpo vi sfugge succiato a tergo dalla corsa e dall'atmosfera; le forme garriscono via come dall'asta di una bandiera nel vento senza
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, traiettoria insaccata sostenuta dai blocchi poligonali (astrattamente dinamici) dell'aria, tramati dalla ragnatela dei prolungamenti corporei.
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Bisogna dunque cercare tutti i modi - dalla impersonalità storica più irreprensibile ai pugni e alle bastonate - per far comprendere a chi spetta di
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Il primo capitolo è più di ambientazione storico-politica che di vita privata, e ci conduce dalla congiura contro Galeazzo Maria Sforza attraverso
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svincolarsi dalla irresistibile repugnanza Rembrandtiana, come la materialità rinsaldata della sua inconcussa simpatia per gli sterminati mattatoi Rubensiani.
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accademica di Santi di Tito viene continuata a Firenze dalla catena che da Matteo Rosselli, per Vignali conduce a Carlino Dolci, il quale smalterà alla
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sospettare d'essere ancora lontani dalla piena conoscenza delle sue doti pittoresche che ci dovranno ancora rivelare le sue qualità, come pittrice di quadretti
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Il senso di alta necessità sfugge anche dalla trattazione contigua (III capitolo) di Martino Knoller e di Giuliano Traballesi.
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architettonica più complessa, più connessa, più fusa di visione - dalla cattedrale alle mura della città, dal trittico dell'altar maggiore alla veduta del borgo
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Dalla trattazione speciale che il M. dedica a questi lombardi e da cui avrebbero potuto risultare conseguenze di prim'ordine, si ricava invece poco
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La sua vena capitale decorre a punto dalla risoluzione geniale di questo problema: conquistare un senso affatto nuovo di plasticità, dopo aver
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critica che non permetterebbe di tenere così distinta l'architettura dalla scultura e dalla pittura soprattutto in una conchiusione puramente valutativa; e
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Grande confusione regna persino nell'assegnazione ai vari autori locali dei quadri provenienti dalla cappella della città; confusione già esistente
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Così le grandi fondazioni caravaggesche, languendo il genio di Caracciolo, venivano sdimenticate e deformate dalla grettezza realistica di Ribera
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La stessa impressione si ricava dalla supplementare insistenza con che il M. cerca di stabilire la derivazione di certe pose scultorie e di certe
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Nulla di diverso da questo piccolo brano di storia emana dalla lettura delle pagine dei due artisti napoletani.
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Carstens nacque nel 1754, morì nel 1798, e fu avversato a Roma dalla cerchia pseudoclassica che faceva capo a Tischbein e a Goethe.
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sulla natura concepita dalla pratica storica come esteriorità fissa, e nemica, liberandoci dalla ossessione pesa delle qualità primarie (come le
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dalla «Rivista d’Arte», 1917) (in: ‘L’Arte’, 1918, p.239-40).
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Dalla ricerca legittima, come ogni altra nei tempi, di stile e di formalità che il cubismo attuava, sorsero involontariamente nuove cosmogonie.
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Si trattava in tal caso di illustrare i mostri del cubismo, le sue involontarie cosmogonie, sciogliendole dalla loro complicazione formale, cioè dal
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decenni l'attività di Guglielmo non può aver altro esito che di sviare dalla più palese verità.
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Che ricerche siffatte non abbiano alcun valore per la storia dell'arte, è dimostrato dalla soave confusione che vi regna fra opere certe e opere
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Così com'io l'ho intesa l'arte di Mattia Preti è degna d'essere amata e meditata anche dalla modernissima pittura europea.
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Ma, a parte il fatto che siam partiti proprio dalla necessità teoretica di escludere dalla critica d'arte figurativa i metodi della critica
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modulo chiaroscurale che non pretende più dalla forma la frontalità quattrocentesca, anzi gode di porla attraverso lo spazio diagonalmente, alleandola alle
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Quanto al Correggio, egli non poteva permettersi troppo, a soli dieci anni dalla morte di Andrea Mantegna; egli ci ha dato qui, soltanto, un vecchio
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classica del Rinascimento, pur appartandosi da quelle di Raffaello, di Leonardo o di Andrea, per tentare anzi una liberazione dalla composizione piramidale
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Qui anzi il ritmo si snoda in profondità senza contrapposti plastici e lineari, libero dalla composizione ad un piano solo sul quale si incideva
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Giovannino, con anche più garbo, in una mossetta di deliziosa serietà compresa e compunta, lo sostituisce in questa, che dalla residenza, sebbene fortuita
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Parma e sono ora in Napoli: o all'altroche fu de' Verospi: stile tuttodì ignoto o non considerato dalla seccaggine del Baglione, dalle lagrimazioni
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Per chi comprende, notiamo subito che la rappresentazione del movimento si basa essenzialmente sulla linea, o sulla massa commentata dalla linea. Ora
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Anche le intersezioni dei piani che vanno oltre il limite realistico non sono forse prodotte dalla necessità lirica di aumentare la capacità di
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In sua vicinanza, quasi in suo luogo evvi nondimeno un pittore che pur gli somiglia, anche se provenuto dalla scuola del Cignani: questi è Federigo
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25, 26. Paesi. Roma, Senatore Silj (L). Scelti perché autenticati dalla firma del pittore, allora quasi dimenticato [figure 218, 219].
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Musicanti (900), dalla Coll. Bellotti-Ratti di Gorizia, esposti genericamente come «Scuola Italiana del Seicento».
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Nella prima edizione era rappresentato da due deboli quadri del Seminario di Trento (782 e 783) e dalla Santa Cecilia (784) di San Luca, cosa quasi
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qualche artista. Non vi si potrebbe riescire che appartando dalla corrente masaccesca, come qualcuno del resto ha già tentato, i tre: Paolo Uccello
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Ad ogni modo, fatalmente, il contorno febbrile di Domenico si affina anche più in Alessio Baldovinetti, che distratto così dalla monumentalità
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essi possiamo così estendere, dalla natura alla storia, il luogo comune del «non facit saltus».
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Naturale che su questo terreno lo seguano finalmente de Hollanda e Tolomei ad impiantare una innocua discussione dalla preminenza fra pittura e
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raccolga in un caratteristico fascio acuminato? Si vedano in proposito le teste del secondo uomo, dalla sinistra, nella Sepoltura d'Adamo, del terzo
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