Saggi di critica d'arte
preme di conoscere e di disegnare coll’abituale sua precisione geometrica tutto lo svolgersi di quei rami stupendi. Per uscir di metafora, dirò ch
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tutto il secolo XVIII, non senza varcar le Alpi, Guido Reni era figura troppo alta perchè si potesse far conto di non vederla, e perchè non paresse
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maestri, ma, come ho detto, per inesorabilità di leggi storiche; giacchè, giunti tardi, domando come avrebbero potuto fare ad astrarre del tutto da ciò ch
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Guido non scordò il Calvart mai del tutto, anzi se ne rammentò dipingendo, molto più tardi, una delle sue opere più. perfette. Chi di voi ha veduto il
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la decaduta umanità. Il culto della nobiltà e dell’eleganza, quand’anche egli avesse voluto seguire in tutto quel brusco rivoluzionario, sarebbe stato
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di regina, e la spinse, graziosa civettuola, tra la leggera mondanità del suo tempo. Per verità, in tutto il secento italiano nessuno più di Guido era
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si protende affettuoso e s’affisa in alto, congiungendo al petto le mani stigmatizzate e scavate dalla penitenza, e S. Domenico in una penombra è tutto
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di costoro. Egli ha trovato forme bellissime, d’una bellezza che non era ancora nelle conquiste dell’arte; al contatto della sua mano tutto ha
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segnarla. Certe dissimulazioni e disperdimenti che fa il vero in una massa chiara o scura, non furono da essi avvertiti; descrissero tutto qual è, non quale
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lungo, non mai stanca di affinarle e di descriverne tutto il vezzo, da quelle fronti sì pure che non sembrano mai corrugabili dal dolore o dalla colpa
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che quelle figure spiegano e giustificano l'inno di lode che tutto il mondo incivilito consacra al più insigne artista che sia nato dentro queste mura.
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Raffaello, dopochè si è convenuto di chiamare raffaellisti coloro che la rappresentano) il raffaellismo, prima di cedere del tutto le armi, si rifugia a
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colore. E se con tutto questo la loro arte fu misera, non fu almeno goffamente, odiosamente superba e tracotante come quella dei michelangiolisti. I
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estetica che l’affresco vi cagiona, non riesce mai ad eliminarvi del tutto il fastidio di un gettar di pieghe abbastanza vizioso e pesante. È
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concetto d’imitazione, ricusandosi ad ogni colloquio diretto colla natura, a poco a poco non si ceda tutto alle abitudini della pratica quotidiana, le
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convinto che le figure, che la posseggono, sieno inconscienti della gradevole sensazione che destano. In quell’inconsapevolezza è tutto il fascino della
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, che è una meraviglia e che dimostra quanto Innocenzo vedesse acutamente nel vero, allorchè, sciolto di ogni preoccupazione, tutto gli si abbandonava
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nostra immaginazione si perde solo coll’arretrare nella storia di poco più che un decennio tutto quel complesso di uomini e di fatti. Solo essa vede in
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poi me ne ritrassi, perchè il lavoro mi s’ingrandiva molto tra le mani e perdeva quasi del tutto la fisonomia con cui era nato. Non mi resta dunque se
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