Saggi di critica d'arte
, ma sempre serbarlo consapevole e altero della nobiltà di sua natura, quest’uomo, dico, dovea necessariamente trovar povera un’arte ove spira la
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preme di conoscere e di disegnare coll’abituale sua precisione geometrica tutto lo svolgersi di quei rami stupendi. Per uscir di metafora, dirò ch
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adempiuto la sua missione di ricondurre a Roma il grande artista, che, irritato da un litigio col tesoriere pontificio, ne era fuggito, e senza cui Paolo
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Sullo scorcio del secolo XVI era comparsa in Bologna un’esotica figura di uomo. Un pittore di paesaggi, partitosi da Anversa, sua città natale, avea
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. In che consiste dunque la sua superiorità?
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per proposito; ma sia dimenticanza innocente, sia cognizione incompleta, tali silenzi nuocciono non poco alla sua critica. Or io vi dirò candidamente il
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nella copia di Giovanni Viani un magro compenso. E la sua fama saliva, saliva. La caduta di Fetonte nelle case degli Zani e molto più l’Assunta pel
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Guido nella sua giovinezza ebbe un periodo in cui si lasciò alquanto andare agli adescamenti della nuova maniera praticata da Michelangelo da
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serie di cause storiche, si sentano un po’eccitati tutti; giacchè, in fondo, l’artista non è dissimile degli altri uomini se non per la sua facoltà di
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non rappresenta che un aspetto della natura e non dei più frequenti a vedersi. Chi alla sua maniera ne opponesse un’altra, ch’è egualmente nella
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rielaborato dai pittori cristiani. Si direbbe ch’egli abbia pensato che ad adattarlo alle esigenze della sua fede bastassero le sole sue forze, e non s
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mondo esteriore, Guido tradusse nell’arte sua, dando tuttavia la prevalenza a ciò che il suo cuore gli dettava, e che diceasi fosse effetto delle
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Il segreto di Guido è l’associazione della sua morbidezza di pennello con tutte le attrattive del tocco fresco e risoluto. Il martirio di S. Pietro
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di costoro. Egli ha trovato forme bellissime, d’una bellezza che non era ancora nelle conquiste dell’arte; al contatto della sua mano tutto ha
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, come un tocco benefico nell’animo del Francia, il quale determinò l’equilibrato e sano svolgersi di una virtù sua personale, che dai ferraresi non
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steli, e le durezze incorreggibili doveano metterlo nella sua estimazione al disotto dei forestieri dimoranti qui, del Costa e del Roberti
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la sua tesi; e ciò dimostra che il nome del Costa nei registri non c’era.
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modestia propria diveniva più facile quand’ei sapea che il pittore era stato formato da azione concorde di parecchi, compresa l’azione sua. L’umiltà, del
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interlocutore, scodellava volentieri la sua erudizione, che non era poca, e avea potuto fornir nutrimento a molti studiosi, non escluso l’illustre
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ha percosso della sua impronta terribile il crocifisso; gli strazi non ne hanno neppure alterato la pettinatura, che scende in regolari
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le persone della sua potentissima famiglia e da molti gentiluomini, usciva dalla sua casa. Nella benignità del sole quasi primaverile si elevavano
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modellatura che rende onestamente le apparenze del vero. E certo egli le supera abilmente; ma resta nell’opera sua l’indizio d’una lunga fatica, che le
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dal lugubre e del violento. Nella Galleria Nazionale di Londra c’è una sua Pietà. Cristo è un addormentato che non soffre e non ha sofferto; la Madonna
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. Sono bellissime le sue medaglie, specialmente quella ov’è rappresentato il Bentivoglio e l’altra ove il papa volle la sua effigie. Se, come pensa il
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il conforto di avviare pieno di speranze alla pittura uno de’ suoi figli. Si compiacque nell’insegnare. Nel pianoterreno della sua casa tenea scuola di
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, muore fantasticando forse che nel cielo. dell’arte, dopo tanto incliti esempi, nuovi astri brilleranno di luce sì chiara, che la sua ne diventi
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pienamente sicuro nell’ultimo decennio della sua vita, non vedendosi mai sorgere di faccia possibili rivali, ma trovandosi circondato di sudditi ossequiosi
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mancasse di mandar esemplari delle stampe nella sua città natale, voglioso di far vedere ai suoi concittadini che in Roma egli contava qualche cosa e
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dissimile da quella ch’era stata la sua, anzi da non destargliene neppure il desiderio. Noi siamo degl’infelici sempre irrequieti alla ricerca di un ideale
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l’unico pretto michelangiolista nato e vissuto a Bologna. II Primaticcio portò l’arte sua a Mantova e poi a Parigi; il Sabattini, il Samacchini
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massime del Francia. Forse è sua anche una Madonna col putto che nelle galleria vaticana è attribuita allo stesso Francesco Francia. Non parlo di
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preceduta da anni di ricerche quasi meticolose. O giovani che ai nostri giorni ammirate lo stile sì libero di Domenico Morelli, sappiate che nella sua
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(accenno all’arte di Pellegrino Pellegrini detto il Tibaldi), assistè al primo levar dell’ala del gentil Sabattini, ma non c’è mai nell’arte sua un
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non indebite, esagerate. Per esempio, il Malvasia antepone Innocenzo al Francia, e di tal giudizio si fa argomento per dimostrare la sua imparzialità
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fiducioso. Di questa sua facoltà, rimasta quasi sterile, abbiamo un altro indizio nei ritratti dei due coniugi dipinti nella sacra famiglia della
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alla sua libertà individuale. Questi santi sono notevoli pel carattere semplice, austero e maestoso degl'insiemi, per la convenienza dei tipi, pel getto
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Girolami, deperitissima, ma che speriamo vedere reintegrata nella sua bellezza dalla sapiente interpretazione dell’illustre prof. Samoggia. Per farsi un
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L’altro di cui mi resta a parlare è Biagio Pupini, detto Biagio dalle Lamme, la cui adesione ai raffaellisti non cancellò la sua provenienza dal
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