Saggi di critica d'arte
’avvenire un capitale prezioso di fatti accertati, dei quali toccherà ai futuri far la selezione e una sintesi più sapiente che non sia stata fatta sin
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. Non è possibile che ci sia stato un inganno sì lungo e sì persistente sul vero valore di un artista; non è possibile che un retore sia stato scambiato
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diventerà, reputo si possa dire che l’elemento desunto dal Calvari sia stato da lui mantenuto per deliberata volontà, giacchè egli era già si padrone
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, qualunque parvenza. Qualche rara volta il tipo della Niobe è riconoscibile, quantunque l’angoscia sia scomparsa per dar luogo all’estasi. Esempio: la
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nei volti, come in un’accolta di sante vergini. Ma, dipingendo questo tipo, non mai mi sembra che Guido sia stato sì fortunato come quando dipinse l
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veri maestri possa esser soppresso nella storia senza che sia rotto l’ordine necessario che annoda e spiega tutta la serie dei fatti, Guido è appunto uno
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vecchio errore che Marco Zoppo sia stato maestro del Francia. Inconsapevole per molti anni del suo istinto di pittore, ei dovè sentirne lo stimolo
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Tuttavia quella scritta sotto il ritratto del Bentivoglio poteva anche essere vera. E allora l’ipotesi preferita dai moderni, ossia che il Costa sia
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Misericordia sia stato il primo saggio pittorico di lui, e ch’esso avesse la data del 1490. Ma nè quella tavola ha la data che si dice, dopo che il
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Adolfo Venturi pensa giustamente che una della prime opere pittoriche del Francia sia quel piccolo S. Stefano della galleria Borghese a Roma, nella
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gratitudine di Timoteo? È da credere che uno dei suoi più grandi dispiaceri sia stata la caduta della famiglia Bentivoglio, dalla quale era stato beneficato
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che quelle figure spiegano e giustificano l'inno di lode che tutto il mondo incivilito consacra al più insigne artista che sia nato dentro queste mura.
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moto, in cui pare ad essi sia tradotta una parte della coscienza loro, e che segnala un progresso. Ma, oltre gl’insegnamenti che doveano derivare ad
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parte d’Italia questo grande artista sia stato consultato, imitato, seguito con tanta devozione quanto a Bologna; giacchè, per esser giusti, gli stessi
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nel 1540 era a Bologna a dipingere tre vasti quadri pei monaci di S. Michele in Bosco, non sedusse che il giovane Prospero Fontana, il quale parmi sia
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troppo vincolati al maestro che li aveva istruiti. Checchè sia di ciò, del Chiodarolo qui convien dire qualche parola, poichè fa parte del gruppo di
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fermezza le forme? La scioltezza in pittura ò sempre biasimevole, quando non riposi su di un substrato saldissimo di sapere, quando non sia stata
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veramente che il Bagnacavallo, più che abbarbagliato dalle esteriorità raffaellesche, sia stato agitato e incalorito dallo spirito di lui; la qual cosa poi in
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’ossequio, possiamo negar loro il nostro assentimento, ed anche rammaricarci che si sia trascinata in catene una virtù che, libera, potea salire a
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