Saggi di critica d'arte
regioni nordiche la spontanea primavera dell'arte verdeggiava ridente quando qui urgeva afoso l’alito dell'estate; e poi quello svolgimento è sì
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Ho detto che il Francia è il più insigne pittore che Bologna vanti; ma, se taluno mi domandasse: “ è veramente tra i pittori bolognesi quello che ha
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circonda, sempre, nella sua nobile brama di formarsi e di svolgersi, desume da questo e da quello gli elementi del suo operare; e forse l'incertezza
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quello particolare del capolavoro antico non ha l’espressione disperata che sola disconverrebbe al cristianesimo, e che Guido, insuperato maestro nel
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gli esempi del Francia. Qualcosa di quell’aria estatica, di quello scender leggiadro delle linee del collo, delle acconciature stesse del capo e
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larghezza, le forme giovanili e muliebri mirare a più venustà, il colore sciogliersi da quello squallore d’intonazione e divenire più succoso e più vago
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di S. Cecilia, ossia gli scompartimenti più prossimi all’altare, sono assegnati al pennello del Francia, a quello del Costa i due seguenti.
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, colle mani giunte, in atto di protendere il collo gentile e di guardar lo spettatore con tal fissità pensierosa, che quello sguardo non si dimentica più
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coloro che gliel’hanno inflitto. Gentili, come il Francia sapea farli, i due angeli che sorreggono il morto, quello specialmente a sinistra di Cristo
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che non si eleva al livello di quello che occupano alcuni suoi contemporanei; ma che tuttavia è alto notevolmente e si fa scorgere fin dalla prima
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, era ristretto, quello dei suoi seguaci si restrinse ancora di più, si anneghittì, s’irrigidì. Nessun grand’uomo più di Michelangelo è stato
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; sicchè è naturale che i giovani desumessero dall’uno e dall’altro, e secondo la personale disposizione seguissero più questo che quello, non tenendosi
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franchezza anche perchè troviamo nel Transito tre ritratti bellissimi di monaci olivetani, quello principalmente di fra Barnaba Cevenini, priore del monastero
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, fu persona assai modesta e buona. Affaticandosi più di quello che potevano le forze site, ammalandosi d'anni cinquantasei (ossia nel 1550) di febbre
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