Saggi di critica d'arte
prima, il Delaroche aveva escluso Guido dal consesso degl’illustri artisti dipinto nel famoso emiciclo dell’Istituto di belle arti di Parigi, benchè ci
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Ma nessun di costoro vi rimase lungamente. Una doppia cagione li allontanò: la prima, il carattere stravagante ed iroso del maestro; la seconda, il
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apparizione, è evidente del pari la persistenza dei modi appresi nella prima scuola. E siccome una terza cosa vi apparisce, ossia il colore terso e fluido
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Guido, come tutti i pittori vissuti prima del nostro secolo, applicava le stesse simpatie del suo cuore ai soggetti sacri ed ai profani, quasi senza
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Quando s’è avuto un’anima come quella di Guido, non si decade nella stima della posterità. Che importa se sorgono accusatori? Raffaello nella prima
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La critica storica presente tende a riconoscere in Lorenzo Costa il maestro del Francia. Se la cosa è vera, bisogna ricordare che il Lanzi prima di
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cantata la messa dello Spirito Santo, il magnifico signore uscì, e prima di rientrar nella casa, si fermò sotto un elegante baldacchino, che maestro
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la prima concezione; sicchè si pensa che l’artista abbia adunato a raccolta tutte le sue energie e le abbia spese compiutamente, mentre è proprio dei
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bolognese, si rianimò improvviso tra le mani del Francia, ad uno spiraglio per cui passò tepida quell’aura umbra, in cui esso riconobbe la prima
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che non si eleva al livello di quello che occupano alcuni suoi contemporanei; ma che tuttavia è alto notevolmente e si fa scorgere fin dalla prima
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, sopratutto dell’impronta che le aveva data Raffaello. Vivea nell’intimità del grande urbinate un illustre bolognese a cui il Francia, molti anni prima, era
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, giacchè ognun vede come in quel forzato adattamento la spontaneità e la freschezza dell’ispirazione dovess’essere la prima dote sacrificata. Se non si
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Raffaello, dopochè si è convenuto di chiamare raffaellisti coloro che la rappresentano) il raffaellismo, prima di cedere del tutto le armi, si rifugia a
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pittura bolognese da non lasciar scorgere facilmente a prima occhiata quelle degli altri. Sono il Bagnacavallo e Innocenzo da Imola, ambedue nell
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Abbiamo in Bologna un bel documento di quel ch’era Innocenzo prima di diventare raffaellesco. È una Risurrezione dipinta in affresco sopra la porta
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Avea ventitrè anni. Era stato, nove anni prima, ad instantia del Felesini e del Gombruti, accolto nella scuola del Francia; può anche darsi che più
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Terrò parola, prima di chiudere questo discorso, di due altri allievi del Francia, che secondarono con meno ingegno la corrente del raffaellismo
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: si guardi ad esempio, nel Museo Civico la prima pagina dello Statuto dei Drappieri, miniata nel 1523 di G. B. Cavalletti, presumibilmente scolare del
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