Saggi di critica d'arte
. Se avessi invece scritto per la stampa, avrei ricacciato indietro o dato poco posto a certe considerazioni sintetiche, mi sarei meno abbandonato
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fiore eletto; se inaspettato in questo e in quel passo si espandeva all’intorno un profumo delicato; se tra le piante dai frutti vacui o malsani si
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qui; toccherà ad essi aggiungere all’opera dei presenti quel che questi per preconcetto o per antipatia trascurano di esaminare; e quest’ultima parte
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Guido Reni, come quegli che la fama avea sollevato di più fra tutti i secentisti d’Italia e di cui l'influenza s’era più o meno prolungata quasi a
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modo di esprimersi. Ma Guido, dipingendo quella figura, non ha potuto, o non ha voluto, deporre del tutto il ricordo del S. Michele che il Calvari avea
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più forte della sua volontà. Egli non lo rinnegò, nè avrebbe potuto, come non si può rinunziare alla propria voce o alla propria fisonomia: lo
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tempo: le contesse Barbazzi e De Bianchi. Ma più accertato è ch’egli sul far del mattino solea nascondersi dietro i pilastri delle chiese o nell’ombra d
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Il tempo m’incalza, o Signori, ed ormai devo rassegnarmi a far di Guido una trattazione molto incompiuta. I meriti di lui sono molti, ed io non ne ho
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meno di riferirvi, o Signori, un aneddoto che a me pare abbastanza curioso. Qualcuno di voi ricorda certamente il cav. Gaetano Giordani, ispettore di
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segnarla. Certe dissimulazioni e disperdimenti che fa il vero in una massa chiara o scura, non furono da essi avvertiti; descrissero tutto qual è, non quale
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lungo, non mai stanca di affinarle e di descriverne tutto il vezzo, da quelle fronti sì pure che non sembrano mai corrugabili dal dolore o dalla colpa
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Del Francia orafo restano due Paci o Maiestati in questa pinacoteca, nielli squisiti, che non si possono guardare senza rammarico che soli testimoni
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, meraviglioso giovane sui ventitrè o ventiquattro anni, a cui il Francia regala il suo ritratto, dipinto di sua mano e dedica un sonetto, ov’è la più
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, che il Bentivoglio erigeva, un suo vaso cesellato, un bel piatto, o che negli arredi della gentilizia cappella, che la doviziosa famiglia avrebbe voluto
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, posseduto da Giovanni II Bentivoglio; ma, seppur non perì o non andò dispersa nella caduta di quella famiglia, certo quell’opera, ancor lungi da slanci
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Nel periodo dunque che segue al Francia il carattere della pittura bolognese, più o meno, è l’imitazione di Raffaello. E può dirsi che in nessuna
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debolissimo, fiacco e meschino nelle modellazioni, e che spesso annega gl’insegnamenti del Francia o del Costa (non discuto s’ei provenga dall'uno o dall’altro
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. Michelangelo, che avea coscienza del suo valore, aspettava la lode degli artisti di Bologna; ma o gli paresse di conseguirla scarsa dal Francia, o che questi
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fermezza le forme? La scioltezza in pittura ò sempre biasimevole, quando non riposi su di un substrato saldissimo di sapere, quando non sia stata
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, condannando tuttociò che minacciava d’intorbidarla o di sostituirlesi, anzi chiudendo gli occhi per non vedere lo sfregio, come credenti innanzi a cui si
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Imitando, avviene che poco o nulla è interrogata la sola legittima consigliera dell'artista: la natura; ma è interrogato sempre il concetto che nella
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Quando anche il timore, o Signori, di essere indiscreto, trattenendovi qui troppo lungamente, non mi avesse obbligato a correre rapido nel vasto
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. Nè si dee presumere che i lettori s’interessino degli accidenti della nostra vita privata, o che molti di essi, conoscendoli, ci risparmino P
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