Saggi di critica d'arte
torto. Egli era ingiusto come tutti coloro che, affrettando rapidi i passi, si dilungano molto dai predecessori, sì che, volgendosi indietro e
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ramingato per la Francia, nutrendosi a stento e sempre tendendo verso l’Italia, il suo sogno, il suo delirio, ove intendea studiar molto e divenir
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tutti i costumi e, perchè non dirlo? dell’evoluzione nuova a cui dopo il Concilio di Trento era venuta la pietà religiosa, la quale, scossa molto dallo
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non inutile ricordare il suo primo maestro, perchè Guido non ne dimenticò si presto gl’insegnamenti. C’è in questa pinacoteca un suo quadro molto
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L'ammirazione per Guido crebbe molto quand’ebbe frescato nel claustro di S. Michele in Bosco una storia di S. Benedetto, della cui perdita ci resta
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Il tempo m’incalza, o Signori, ed ormai devo rassegnarmi a far di Guido una trattazione molto incompiuta. I meriti di lui sono molti, ed io non ne ho
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sistematicamente precisa di tutte le forme era certamente uno studio molto profittevole, ma non era tutta l’arte, e che sul fondamento di quelle sapientissime
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Si è molto ripetuto che il Francia cominciasse a dipingere a quarant’anni, e che la tavola commessagli da Bartolomeo Felicini per la chiesa della
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gli rifulgeva lontano, e avanzandosi molto nel cammino. Ei predilesse un fiore che, innestato dapprima da Vitale sul tronco ruvido dell’arte bolognese
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, ritolse a Raffaello a cui era stato sempre attribuito, per darlo al Francia, è chiaro che questi oltrepassò di molto nel cammino l’illustre ferrarese.
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, arrecò nell’intelligenza dei giovani un elemento che, se non li sviava dal loro maestro abituale, slargava però molto quell’orizzonte ch’aveano guardato
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logicamente approdano ad una convenzione delle più scarne e impersonali e miserabili che mai si possano vedere. Ma la stima di questo artista si rialza molto
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’accompagna alla maestà, al decoro alla grazia) la bellezza, frutto di lungo processo di eliminazione, non ebbe in Grecia limiti molto estesi, non li
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cammina, per dir così, su di una linea molto sottile: basta un nonnulla a farle perdere l’equilibrio e a farla diventare leziosaggine. Non disegnano bene
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Il merito dunque di questi due pittori è molto relativo. Applicare una grande dottrina senza aver la forza di abbracciarla tutta, appropriarsene
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fatale degenerazione, col suo disegno torto, vizioso, senza finezze, coi suoi modellati dalle mestiche molto fuse, che approdano ad una dolcezza
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pittorico, per alcuni accidenti stessi della vita, in ciò gli fu molto dissimile: non ebbe Raffaello. Agli auguri radiosi non risposero gli avvenimenti
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poi me ne ritrassi, perchè il lavoro mi s’ingrandiva molto tra le mani e perdeva quasi del tutto la fisonomia con cui era nato. Non mi resta dunque se
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