Saggi di critica d'arte
Ma Michelangelo aveva ragione? Dal suo punto di vista, esclusivo per ingenita necessità del suo essere, forse sì. Nel senso assoluto della cosa aveva
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’essa non potea trascurar di seguire fino alla loro estrema vecchiezza Michelangelo e Tiziano. Qualche condiscendenza essa ha pure per due altri tipi
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rinnovate le onorevoli trattative, colle quali Giulio II aveva, circa un secolo prima, ricondotto a Roma Michelangelo, era però avvezzo a pubbliche
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Guido nella sua giovinezza ebbe un periodo in cui si lasciò alquanto andare agli adescamenti della nuova maniera praticata da Michelangelo da
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gloria di tutti costoro è d’un ordine relativo, perciocchè i seguaci del gran Michelangelo furono assai da meno; quel che importa stabilire al filosofo
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hanno avuto come lui applausi sì generali e fervidi, frequenza di ordinazioni, agiatezza. L’effetto della parola irosa di Michelangelo dovett’essere
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Bramante e Michelangelo. Un anno dopo la distruzione del palazzo Bentivoglio, colui che volle tanta barbarie indovinerà il genio di Raffaello. Quanto
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, osservando le pitture del palazzo del Te a Mantova, le stimerebbe fatte da un seguace di Michelangelo. Vivente Raffaello, i discepoli di lui, benchè legati
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di espressione dei primitivi inesperti, Bologna, dico, non era preparata e disposta ad accettar l’arte di Michelangelo com’erano Firenze e Roma, dove
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male. Gl’imitatori di Michelangelo posero il sommo dell'arte nella millanteria anatomica, nelle positure incomode, nelle linee stranamente torte è
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sue vendette. Bologna festeggia il papa, e il gran Michelangelo rizza sulla fronte di S. Petronio la statua di Giulio, sì terribile che parve al papa
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’arte era spinta da due ingegni prepotenti sì che non sembrano umani, Leonardo e Michelangelo, cooperatore del gran moto, ma troppo chiuso nel suo
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