Saggi di critica d'arte
Ma Michelangelo aveva ragione? Dal suo punto di vista, esclusivo per ingenita necessità del suo essere, forse sì. Nel senso assoluto della cosa aveva
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bene la discordia tra gli artisti e la critica non può essere perpetua. Non lo credo finalmente, perchè noi viviamo in un periodo in cui era
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meraviglia come potesse essere ammirato tanto un artista che, torcendo or da una parte or dall’altra, palesava di aver l’animo turbato da esitazioni, e
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, nel pieno del Rinascimento, nell’idolatria dell’arte antica, avea creato un tipo superbamente bello e sano e forte di donne che sembrano non essere
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qual doveva essere nella primitiva freschezza, esce da quelle figure fosche, solenni e rigide nel dolore, esce da quella tetraggine del cielo e della
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della ricerca, sentendo di non essere ancora assorta alla conquista piena della natura, conscia forse di aver penetrato il senso intimo di questa, ma
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Tuttavia quella scritta sotto il ritratto del Bentivoglio poteva anche essere vera. E allora l’ipotesi preferita dai moderni, ossia che il Costa sia
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Vasari l’ebbe letta inesattamente, nè può essere il primo dipinto del Francia. La data, scritta in cifre romane, è il 1494. A questo punto non posso far a
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’essere stata una delle prime prove di lui, ed io m’auguro che, come prezioso documento della storia di un sì nobile spirito, prenda posto in questa
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angioli che si compiace di porre seduti alla base del trono. Si contenta di essere nulla più che un compositore ragionevole, e non gli passa mai nella mente
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hanno avuto come lui applausi sì generali e fervidi, frequenza di ordinazioni, agiatezza. L’effetto della parola irosa di Michelangelo dovett’essere
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occhiata comprensiva. Egli muore poco più di due anni prima di Raffaello, dopo aver appreso dalla S. Cecilia di essere in ritardo sul movimento generale
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con essi, il Francia sentì di mano in mano che lo scettro dell’arte non gli poteva essere contrastato a Bologna, e infine lo strinse con animo
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sue opere. Conosciuto Raffaello, Marcantonio poteva dirsi pago d’essere il confidente, il rappresentante del pensiero di tant’uomo; sicchè non visse
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, giacchè ognun vede come in quel forzato adattamento la spontaneità e la freschezza dell’ispirazione dovess’essere la prima dote sacrificata. Se non si
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, la cui affermazione, essendo fondata sopra le vacchette del Francia ch’ei consultava e di cui fa menzione anche a questo proposito, non può essere
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. L’uomo altera tuttociò che elabora entro sè stesso, fuori di ogni contatto esteriore. Un ideale vuol essere guardato, interrogato desiosamente, ma
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trasfuso in quella forma; egli s’inebria fino a figurarsi di essere un collaboratore, un socio del grand’uomo che adora. La sola verità intellettuale
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certe particolari impostature, ciò non è difficile. Hanno il sentimento della grazia; ma questa, per essere perfetta, bisogna che lasci lo spettatore
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che genera le opere grandi; potrebbe anche essere sterilità larvata abilmente. Le lodi che ebbero dai loro contemporanei e dai posteri sembrano oggi, se
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Quando anche il timore, o Signori, di essere indiscreto, trattenendovi qui troppo lungamente, non mi avesse obbligato a correre rapido nel vasto
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compressa; ed ha tanto più potere quanto più si connette con quei sentimenti sì delicati e verecondi che al pubblico non vogliono essere manifestati
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