Saggi di critica d'arte
periodo di questo gran bolognese, e non s’avvede della mezza figura dello stesso Guido, rappresentante S. Sebastiano, dagli occhi purissimi volti in
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gonfiandolo, giacchè il Correggio è veramente l’inconscio generatore dell’arte barocca. Questa teatralità fu effetto dello sfarzo che allor dominava
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che si possa dire la sovrana maestria dello stile, la sicurezza della linea, il magico giuoco del chiaroscuro e del colore. Queste superbe figure
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, non si comprende più nulla dello svolgimento successivo, che quasi tutto parte da lui. Non vo’ nominar quelli che gli furono diretti discepoli. Ma il
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delle impostature, dello svoltar delle linee, dei piani delle forme. Vide viva muoversi innanzi ai suoi occhi un’arte in cui fervea l’irrequietudine
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Questi bei fiori erano stati trapiantati a Bologna da Marco Zoppo, che ne avea colto a dovizia nel giardino dello Squarcione. Ma non dee ripetersi il
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pinacoteca. Appartiene al municipio: un facile ricambio di favori potrebbe farne una proprietà dello stato. È il piccolo Crocifisso, noto a pochi, che il
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cantata la messa dello Spirito Santo, il magnifico signore uscì, e prima di rientrar nella casa, si fermò sotto un elegante baldacchino, che maestro
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’abbiano resa domestica fin dagli anni più giovani e consociata cogli atti abituali dello spirito. Si direbbe ch’egli abbia sempre un po’diffidato di sè
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sperimentalmente e si concretano i caratteri dello stile che ho accennati in modo sommario; ma ciò mi condurrebbe a discorso sì lungo, che devo astenermene
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: si guardi ad esempio, nel Museo Civico la prima pagina dello Statuto dei Drappieri, miniata nel 1523 di G. B. Cavalletti, presumibilmente scolare del
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