Saggi di critica d'arte
DISCORSO TENUTO A BOLOGNA NELLA SALA DELLA SOCIETÀ DEGL’INSEGNANTI IL DÌ 20 APRILE 1890.
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, andato apposta a Bologna, ne scende sorreggendo il braccio che avea dipinto gli affreschi della cappella del Quirinale, orgoglioso d’aver felicemente
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Sullo scorcio del secolo XVI era comparsa in Bologna un’esotica figura di uomo. Un pittore di paesaggi, partitosi da Anversa, sua città natale, avea
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Ho detto che il Francia è il più insigne pittore che Bologna vanti; ma, se taluno mi domandasse: “ è veramente tra i pittori bolognesi quello che ha
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ispirazioni di questo fiammingo devoto all’arte italiana ed a Bologna.
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Bologna ha avuto, secondo il mio giudizio, cinque appassionati cultori della bellezza muliebre: Vitale Cavalli con cui il 300 bolognese s’inizia
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spontanei alla mano ogni volta ch’ei dovesse dipingere un viso femminile volto all’insù. Qui a Bologna possono vedersene vari saggi. Uno è nella madre
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pur sincera e profonda. Un esempio di questa specie qui a Bologna si ha in quella perla inestimabile che è la Madonna di S. Bartolomeo, e fino a un
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singolari apparizioni di cui la Madonna l'aveva degnato. Diceasi pure che potenti ispiratrici gli fossero due rare bellezze, ch’erano a Bologna in quel
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e di più semplice. In basso i cinque protettori di Bologna pregano per la città affidata alle loro cure. Impossibile immaginare figure più belle. Esse
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. Che esempi gli offrirono i pittori chiamati a Bologna dalla munificenza dei Bentivoglio, Francesco Cossa dapprima e Lorenzo Costa di poi? Che imparò
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Questi bei fiori erano stati trapiantati a Bologna da Marco Zoppo, che ne avea colto a dovizia nel giardino dello Squarcione. Ma non dee ripetersi il
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dal biografo appresa a Bologna, ov’egli venne poco più di venti anni dopo la morte dell’ammirato maestro, ossia quando le memorie di lui sopravviveano
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La mattina del 12 marzo 1460 quasi tutta la popolazione di Bologna, attratta da una pompa insolita, doveva essersi stretta nella piazza di S. Giacomo
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implicarsi vivendo fuor di Bologna), della fallace grandiosità, della petulanza scientifica a cui in breve avrebbe trascinato quasi tutte le scuole di
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DISCORSO TENUTO A BOLOGNA NELLA SALA DELLA SOCIETÀ DEGL'INSEGNANTI IL DÌ 27 APRILE 1890.
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con essi, il Francia sentì di mano in mano che lo scettro dell’arte non gli poteva essere contrastato a Bologna, e infine lo strinse con animo
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parte d’Italia questo grande artista sia stato consultato, imitato, seguito con tanta devozione quanto a Bologna; giacchè, per esser giusti, gli stessi
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Bologna. È un fenomeno degno di attenzione. Egli è forse che Bologna, la quale si trovava ancora, guidata dal Francia, a fantasticar nella vaga
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cristallizzata in formole, se fosse stata fonte feconda di nuovi motivi pittorici, Bologna in quel periodo infelice che sorgeva per tutte le scuole d
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nel 1540 era a Bologna a dipingere tre vasti quadri pei monaci di S. Michele in Bosco, non sedusse che il giovane Prospero Fontana, il quale parmi sia
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Timoteo Viti, il più gentile e intelligente tra gli allievi del Francia, perchè abbandonò Bologna fin dal 1495, e vivendo lontano modificò la maniera
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è distrutto; la superba Ginevra Sforza, dopo essersi ostinata a restare in Bologna fino al giorno precedente all’ingresso del formidabile vincitore, è
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Bagnacavallo, e non di Francesco, come lo scrittore stesso, contradicendosi, afferma nella guida di Bologna. Forse Francesco lasciò il lavoro incompiuto
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’uno, S. Frediano con altri santi, l’altro, la Madonna con S. Paolo, la Maddalena e S. Giovannino, per non dire di altri nelle chiese di Bologna, sono
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Abbiamo in Bologna un bel documento di quel ch’era Innocenzo prima di diventare raffaellesco. È una Risurrezione dipinta in affresco sopra la porta
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Altre opere d’Innocenzo restano a Bologna in S. Maria dei Servi, in S. Salvatore, in S. Giacomo. Sempre è lo stesso principio di imitazione che vi
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acervare nella moltitudine di quelle che si dicono della scuola di Raffaello, e che forse sono nate a Bologna anch’esse da allievi del Francia, i
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