Saggi di critica d'arte
che di recente vi avea mandate da Urbino Federigo Barocci, la cui influenza, chi ben guarda, è tutt’altro che estranea alla maniera del Calvari
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giorno in giorno diveniamo più incapaci di averne), ma a quelli provati dai nostri padri per le opere in musica ben riuscite.
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rivelava la mancanza di un ideale ben determinato. Osservo che a siffatto rimprovero, se fosse giusto, forse nessun grande artista sfuggirebbe; lo stesso
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’ingannava. Ho detto tino dei tipi, perchè io principalmente ne discerno due, ben distinti. Il primo proviene dalla Niobe, la cui testa egli doveva aver
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resto, un artista ha ben diritto di dire che il cadavere di Cristo non è un cadavere comune, e lasciar presentire che la vita, assente per poco da
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sue fossero belle, devote e ben fatte. Per farsi un’idea dell'altezza a cui nelle sue visioni ei sollevava il tipo della donna, non basta fermar
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più se non per lui, dedicandogli intera la fervida vitalità del suo ingegno e contribuendo mirabilmente a spargerne la fama. È ben naturale ch’egli non
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provare che nel 1526 Francesco viveva ancora, e non avvedendosi che il Vasari poteva esser combattuto con armi ben più acute e sicure. S’ei cadde in questo
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tardi, come narra il Vasari, andasse a Firenze alla scuola di Mariotto Albertinelli, le cui influenze, chi ben guarda, si mescolano in Innocenzo alle
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