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Saggi di critica d'arte

261814
Cantalamessa, Giulio 38 occorrenze
  • 1890
  • Zanichelli
  • Bologna
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Saggi di critica d'arte

e più sobrio. Giacchè la disposizione d’animo con cui andiamo ad ascoltare un discorso non è la medesima che ci guida alla lettura d’un lavoro

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mirabile, della critica odierna. Oculata fino allo scrupolo nel raccogliere le scarse tracce dell’arte arcaica, poichè pensa giustamente alla necessità

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necessario fare reazione alla stima esagerata che dei secentisti s’è avuta per più di un secolo e mezzo, e che parve ai nostri padri incontrastata

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di trovar la cagione nell’intervento di fatti soprannaturali. Si dicea che a Guido, privilegiato fanciullo, fino alla sua età di sette anni, gli

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’ingegno e con propositi di basalto, lo ricettarono in casa e lo ammisero alla loro mensa. Accomodatosi dapprima col Fontana, poi col Sabattini, la cui

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, fu rivista appassionata ed assimilazione di quanto le arti italiane aveano prodotto di più fulgido; fu ritorno al buon senso ed alla vita in quel ch

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per proposito; ma sia dimenticanza innocente, sia cognizione incompleta, tali silenzi nuocciono non poco alla sua critica. Or io vi dirò candidamente il

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fecero presto intendere ai maestri che tal discepolo si sarebbe rapido levato alla pari di chicchessia. Il buon Lodovico godea di tal previsione; Annibale

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Caravaggio l’esteriorità di quell’arte, non lo spirito. Adottò quella fierezza e robustezza di stile, e fu per lui ginnastica salutare, grazie alla

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vegetazioni anormali, si abbandona libera alla sua naturale espansione, producendo senza sforzo i suoi frutti. Non c’è stento sapiente che valga la

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non rappresenta che un aspetto della natura e non dei più frequenti a vedersi. Chi alla sua maniera ne opponesse un’altra, ch’è egualmente nella

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stile, l’incomparabile purezza e soavità di pennello nulla toglie alla fermezza e precisione del disegno, ma dei cui caratteri di concezione dirò, il

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spontanei alla mano ogni volta ch’ei dovesse dipingere un viso femminile volto all’insù. Qui a Bologna possono vedersene vari saggi. Uno è nella madre

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modificandolo appena in alcune parti: per esempio, per dare alla narice un taglio di più franca realtà ed al girar dei labbri un più spiccato accento

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alla comunione o infervorate nell’implorare una grazia. Tutti i contorni s’addolcivano o si perdevano nella vaporosità quieta del fondo, e spesso la

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nei più autorevoli a continuargli la stima; una nube temeraria è passata dinanzi alla divina figura; ma poi si è sciolta alla vampa di tanto sole; e l

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Donde provenne il Francia? Dai pittori ferraresi, i quali alla loro volta sentirono l’influsso dei padovani, del Pisanello e di Piero dei Franceschi

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’ingegni forti, che somiglia alla riservatezza d’una bella pudica. E quella circospezione rispettosa, che infine è desiderio di non deviare la mano fuor

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Permettete che io cominci coll’evocare alla vostra immaginazione un episodio di storia bolognese.

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sguardi, dovè sembrare quella mattina rischiarato da un’intima letizia, alla cui espansione era freno il raccoglimento della preghiera alla quale si

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angioli che si compiace di porre seduti alla base del trono. Si contenta di essere nulla più che un compositore ragionevole, e non gli passa mai nella mente

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escluso tutti i segni orribili della morte, conservando quel solo che bastava a chiarire la sua intenzione, se non ad obbedire alla realtà: il colore. Del

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nel modo il più appassionato la bellezza femminile in quel ch’essa ha di più sano, rispetto alla materia, in quel che ha di più squisitamente connesso

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infatti gli scudetti delle due famiglie), e fu data alla chiesa della Misericordia; r altra, forse posteriore e certo più perfetta fu ordinata da Giovanni

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il conforto di avviare pieno di speranze alla pittura uno de’ suoi figli. Si compiacque nell’insegnare. Nel pianoterreno della sua casa tenea scuola di

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Fra quella serie di pittori che s’affaticavano a conciliare le pie intenzioni del medioevo coll’ossequio al reale e alla rifiorita bellezza pagana, e

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A me piace immaginare tra quella turba occhiuta un fanciullo di dieci anni che, grazie alla vivezza infrenabile dell’età e alla piccolezza stessa

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Addestratosi al pennello in mezzo ad artisti, la cui abilità gli fece certamente pensare in sulle prime che non gli era facile schierarsi alla pari

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dissimile da quella ch’era stata la sua, anzi da non destargliene neppure il desiderio. Noi siamo degl’infelici sempre irrequieti alla ricerca di un ideale

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purtroppo anche in essi, ma più flessibile, più suscettiva di modificazioni, capace ancora di associarsi alla varietà dei tipi umani quali della

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Gli eredi del Francia furono raffaellisti tutti? No; ma quelli che si serbarono più fedeli al maestro contribuiscono poco alla fisonomia di quel

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attribuisce, e il Cristo che in forma di ortolano appare alla Maddalena, in S. Giovanni in Monte (coperto di indiscreti restauri, clic tolgono

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già passata al vizzo, al guasto, al vizioso. Alludo alla tavola del S. Giorgio, che Giacomo dipinse per la chiesa di S. Francesco, facendosi aiutare

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il fecondo lavoro dei quattrocentisti, dall’esame del reale salendo a grado a grado, illuminato sempre da un raggio di arte ellenica, era giunto alla

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tardi, come narra il Vasari, andasse a Firenze alla scuola di Mariotto Albertinelli, le cui influenze, chi ben guarda, si mescolano in Innocenzo alle

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alla sua libertà individuale. Questi santi sono notevoli pel carattere semplice, austero e maestoso degl'insiemi, per la convenienza dei tipi, pel getto

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come, abbandonato il nocciolo vitale intimo, s’è tutta ridotta alla superficie delle cose, e in quest’improvvida trasmigrazione come s’è immiserita

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ingrato verso persone a cui devo moltissimo. Quando compresi che non potevo più oppormi alla loro volontà, ebbi il pensiero che almeno, profittando dei

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