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Saggi di critica d'arte

261803
Cantalamessa, Giulio 29 occorrenze
  • 1890
  • Zanichelli
  • Bologna
  • critica d'arte
  • UNIFI
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intellettuale e morale, secondo ei si propone rivolgersi all’uno od all’altro.

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fiore eletto; se inaspettato in questo e in quel passo si espandeva all’intorno un profumo delicato; se tra le piante dai frutti vacui o malsani si

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occorrono dotti volumi, che certo, passata questa fase, qualcuno penserà a scrivere. Gli studi presenti della critica sono benefici, perchè trasmettono all

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della casa papale; una folla innumerabile all’intorno. Ed ecco al di là del ponte appare una carrozza; tutti gli sguardi sono fissi ad un punto, tutti i

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ardimento, benchè condannato all’impotenza • fin dell’origine, nel cercar di contemperare e fondere i diversi elementi in un’amalgama unica. Del resto

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ispirazioni di questo fiammingo devoto all’arte italiana ed a Bologna.

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con tal apparenza di elegante facilità, che dice all’anima tante cose nuove che nella nostra lingua non sapremmo ripetere. È una luce qual sarebbe

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spontanei alla mano ogni volta ch’ei dovesse dipingere un viso femminile volto all’insù. Qui a Bologna possono vedersene vari saggi. Uno è nella madre

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particolare elevato all’astratto con una forza di intuito ch’è propria solo di certe anime grandi predilette da Dio.

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una sala, e che, come gigante fortissimo, sembra tener in rispetto quanti altri capolavori gli stanno all’intorno. Sono come due quadri sovrapposti

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polline; ed alludevo appunto a quest’ultimo periodo della vita di lui. Fu un periodo di asprezze e di umiliazioni, che non fa onore all’uomo, ma che non

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aveva avuto eccitamenti. E lo ideale del Francia fu tosto fissato: un gran sentimento del decoro congiunto all’avvenenza e alla grazia; una quiete e una

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pittori allora raccolti a Bologna si stringesse intorno all’ammirato niellatore, al cesellatore che continuava degnamente le meraviglie del Pisanello ed

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di S. Cecilia, ossia gli scompartimenti più prossimi all’altare, sono assegnati al pennello del Francia, a quello del Costa i due seguenti.

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stesso, evitando difficoltà, salvo quelle che nessun artista può schivare, perchè sono inerenti all’arte: le difficoltà del buon disegno e della

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Il suo metodo di osservazione restò fino all’ultimo prettamente quattrocentistico. Qui sento che ho bisogno di spiegarmi. A differenza dei

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in questa via, certo è che dappoi egli la percorse solo, senza bisogno che altri gli guidasse i passi, mirando solitario all’ideale discoperto, che

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affreschi, ne avremmo considerato la perdita come grande sventura, e ne avremmo mosso severa accusa all’ira improvvida di Giulio, che pur ebbe in arte fiuto

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cinto il capo del Francia. Il maestro potè dunque dedicarsi tranquillo all’arte sua ed all’occupazione prediletta d’insegnare ai giovani, che correvano

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essi dalla S. Cecilia, vennero quelli di pittori reduci da Roma, consacratisi all’imitazione di Raffaello, principalissimo tra questi Bartolomeo

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: gli uomini d’allora sapeano quel che volevano e, quanto all’eccellenza dei loro intenti, riposavano tranquilli, serbando sufficiente libertà

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’ossequio, e la mandorla luminosa, entro cui spicca, aggiunge un carattere ieratico all’inaspettata apparizione. Egli apre nobilmente le braccia, stendendo

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è distrutto; la superba Ginevra Sforza, dopo essersi ostinata a restare in Bologna fino al giorno precedente all’ingresso del formidabile vincitore, è

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quali saranno necessariamente meschine e da ultimo anche nauseose, perchè formatesi al chiuso, all’ombra, senza la cooperazione di quel sole ch’è il vero

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(accenno all’arte di Pellegrino Pellegrini detto il Tibaldi), assistè al primo levar dell’ala del gentil Sabattini, ma non c’è mai nell’arte sua un

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imparato da esemplari autentici e più perfetti che, dato un girar largo delle linee e sapienti opposizioni dell’una all’altra, dati certi atti statuari e

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giovanili alquanto arricciati, per le narici oblique che rendono talora men amabili le fisonomie, per angoli di bocche volti all’insù; Innocenzo ha

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dalla tabe dei ritocchi, esse tuttavia sono assai lontane dal mostrarsi a noi in quell’eccellenza che fruttò all’artista, nel suo tempo giustissima

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bolognese; ma basterà dir poco, che all’importanza loro sarebbe sproporzionato un lungo discorso. Girolamo Marchesi, detto il Cotignola, peregrinò per l

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