Saggi di critica d'arte
conquidono per l’indipendenza e la forza che le suggellano! Un uomo che aveva esplorato tutte le leggi della struttura umana, rese al suo animo si
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, quasichè le arti non fossero fatte per dir qualcosa al nostro cuore e il cuore non avesse diritto di arrecar la vampa, ond’ha potuto accendersi
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insistenza mi ha ricondotto la terza volta al vostro cospetto. Non lo credo perchè gli artisti viventi, pur sfrondando le opere dei secentisti dei loro
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. Escluso Guido!... Non par vero quando si pensa al passato! Un giorno, sotto il pontificato di Paolo V, tutto il tratto che in Roma va dalla Porta del
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, fu rivista appassionata ed assimilazione di quanto le arti italiane aveano prodotto di più fulgido; fu ritorno al buon senso ed alla vita in quel ch
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della vittoria, e abbassa lo sguardo sul nemico, che gli si divincola al piede, con un’alterezza olimpica, da farci pensare che il gentil seme latino
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degno d’intendere la più alta esplicazione d’arte antica asservita al principio cristiano, nessun altro era più atto a rifecondarla perchè desse nuovo
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esterrefatta che accovacciata alza al cielo gli occhi senza pianto nella Strage degl’Innocenti; un altro è nella Madonna che solleva il viso verso Cristo
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modificandolo appena in alcune parti: per esempio, per dare alla narice un taglio di più franca realtà ed al girar dei labbri un più spiccato accento
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vetrate, sorprendea nella sincerità della loro espansione gli atti della preghiera, esaminando occhi lucenti fisi al cielo in un rapimento di beata speranza
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felicità della mano. S. Carlo, estenuato e pallido, colle sottili mani ceree si stringe mestamente al petto un piccolo crocifisso, mentre S. Francesco
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tradurla nel suo linguaggio con forma sì genuinamente classica, come quella che sorrise a Guido quando effigiò le ore danzanti intorno al carro d’Apollo
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, una forte impressione, di quelle che lasciano una traccia per tutta la vita; un’impressione la quale rivelò al Francia che quella revisione
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quand’era maturo d’età e d’intelletto, il Francia abbia volontariamente prescelto a maestro chi si presentava al suo giudizio più degno d'insegnare
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pittori allora raccolti a Bologna si stringesse intorno all’ammirato niellatore, al cesellatore che continuava degnamente le meraviglie del Pisanello ed
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ferrarese avrebbe fatto sì grande sacrificio d’amor proprio da scambiare affatto i termini di rapporto. Ma un atto tale di riverenza al bolognese e di
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Milanesi, che se n’è valso in vari passi dei suoi commenti al Vasari. Ma che non può il rispetto cieco agli scrittori antichi? Ciascun di noi trovando in
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Tornando al nostro argomento, Signori, devo dire che fin dal 1487 il Salimbene scriveva del Francia: “ Lui Polygnoto col pennello avanza „ sicchè lo
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pinacoteca. Appartiene al municipio: un facile ricambio di favori potrebbe farne una proprietà dello stato. È il piccolo Crocifisso, noto a pochi, che il
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dissimulare con abilità una linea se non la sapesse al bisogno disegnare nettamente. L'effetto (è la parola degli artisti odierni), come è nell’ordine
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: almeno la scena squallida risponde, come grave e sobria armonia, al raccoglimento cogitabondo, se non addolorato, delle figure. Che distanza tuttavia dal
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al candore dell’animo, rispetto alla natura spirituale. Raffaello, buon giudice di queste cose, gli scriveva di non aver visto Madonne che più delle
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significativo c’è nell’espressione di una vita individuale. Al Francia non mancò certamente l’acume di leggere nel profondo i tipi umani, sceverandone i
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dominio rendeano questi uomini abbastanza indifferenti al cambiar di padrone. O fosse tema dell’ira di Giulio, o desiderio di non perdere l'ufficio
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Fra quella serie di pittori che s’affaticavano a conciliare le pie intenzioni del medioevo coll’ossequio al reale e alla rifiorita bellezza pagana, e
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al nostro fanciullo decenne, se la previsione d’una Pace niellata per la cappella in San Giacomo dovea verificarsi, egli certo non seppe che avrebbe
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Addestratosi al pennello in mezzo ad artisti, la cui abilità gli fece certamente pensare in sulle prime che non gli era facile schierarsi alla pari
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Raffaello, dei cui pregi Marcantonio non avea potuto tradurre nell’arte sua che una piccola parte. Quella tavola, come parve miracolo al Francia stesso
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Nel periodo dunque che segue al Francia il carattere della pittura bolognese, più o meno, è l’imitazione di Raffaello. E può dirsi che in nessuna
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Francia e di Raffaello non erano tuttavia diversi per la natura; tra il Francia e Michelangelo, al contrario, c’è vera opposizione. Le evoluzioni in quel
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significato, non risalgono al ganglio da cui s’irradia quella vita potente; c giungono presto anche all'alterazione di quei caratteri superficiali, giacchè a
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Gli eredi del Francia furono raffaellisti tutti? No; ma quelli che si serbarono più fedeli al maestro contribuiscono poco alla fisonomia di quel
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singolare che questo difetto scompaia affatto nell’altro affresco, dirimpetto al primo, rappresentante S. Occitia clic disputa davanti all'imperatore. Ivi i
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al Chiodarolo, giustamente togliendola al Perugino, a cui l’attribuivano gli scrittori delle vecchie guide. Eccellente è il partito generale del
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è distrutto; la superba Ginevra Sforza, dopo essersi ostinata a restare in Bologna fino al giorno precedente all’ingresso del formidabile vincitore, è
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quali saranno necessariamente meschine e da ultimo anche nauseose, perchè formatesi al chiuso, all’ombra, senza la cooperazione di quel sole ch’è il vero
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Ad ogni modo, il primo periodo di Giacomo Francia è il più corretto. Protraendo la vita fino al 1557, egli passò noncurante, pigro, in mezzo ai
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’accompagna alla maestà, al decoro alla grazia) la bellezza, frutto di lungo processo di eliminazione, non ebbe in Grecia limiti molto estesi, non li
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, tutt’al più, alcuni brandelli superficiali, sostituire l'erudizione, il calcolo, la pratica al genio, è qualche cosa, ma non è il processo psicologico
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di Raffaello che appartenne a Francesco I ed ora è al Louvre; il gruppo della Madonna col putto arieggia la Madonna di Foligno: Nella sagrestia di S
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’Annunziazione nella parete sovrastante al nicchione. Or bene, la Risurrezione che abbiamo considerata, è un episodio brevissimo nella vita artistica
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Malvasia, la terribilità michelangiolesca. Del resto, la composizione è buona. C’è nell’ampiezza della scena una quiete conveniente al soggetto
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adagio adagio sotto il pennello. Al vizio originario si aggiungono i vizi della pratica sciatta. Il quadro della pinacoteca è documento di questa
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inconsapevolezza della ragione di sua presenza e del momento propizio al suo intervento. Festevole bambocciata surroga la rappresentazione di augusti misteri
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compressa; ed ha tanto più potere quanto più si connette con quei sentimenti sì delicati e verecondi che al pubblico non vogliono essere manifestati
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