Saggi di critica d'arte
agli allettamenti onde l'arte ci attira, avrei mirato ad un’abbondante e circospetta analisi delle opere, e nella dicitura stessa sarei stato più severo
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che in apparenza sembrano poco degni di attenzione, anche intorno ad artisti che nè il loro tempo nè i Secoli interposti tra essi e noi hanno
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qui; toccherà ad essi aggiungere all’opera dei presenti quel che questi per preconcetto o per antipatia trascurano di esaminare; e quest’ultima parte
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avesse trovato posto pel Domenichino; della quale esclusione l’ombra di Guido può confortarsi pensando che tal sorte è pur toccata ad un grande
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connettersi alla memoria di uomini insigni che andarono dapprima ad istruirvisi: Francesco Albani, Domenico Zampieri, Guido Reni.
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della grande evoluzione non poteano più concedere ad un’arte rigermogliante sull’antico tronco un’espansione pienamente libera; se i Caracci furono
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, anzi l'ansia irrequieta con cui, a guisa di farfalla, la misteriosa psiche umana vola a suggere tutti i fiori e ad assimilarne tutte le essenze, è
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misurato dirà mai che, sfrondata di molti eccessi ed obbligata ad andar in compagnia di altre cagioni, che il Taine le aveva allontanate d’intorno
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Ad ogni modo, l’ingegno di Guido fatto per amar la luce nelle armonie blande e per intendere quant’efficacia di poesia si possa trarre dalle dolci
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Tale infatti è il suo stile. Un po’di luce diffusa penetra dovunque; una tinta si associa ad un’altra con tal dolcezza e con sì delicati passaggi e
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rielaborato dai pittori cristiani. Si direbbe ch’egli abbia pensato che ad adattarlo alle esigenze della sua fede bastassero le sole sue forze, e non s
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individuale, indagando desiosamente, come un fisiologo nel suo gabinetto, nei miei tentativi di alterazione il segreto di quel fascino. E m’accorgeva che ad
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Dalmasio; il quale concetto convien però accettare coll’avvertenza che, laddove Lippo, incapace di accenti realistici, riusciva inconsciamente ad una
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, transumanate e reali ad un tempo, sono pezzi di ardimento tecnico sì potenti che nessun occhio di artista può fissarvisi senz’alto stupore. Cinque putti
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, fors’anche men fermo e definitivo nel modellare, egli è, ad ogni modo, più serio e più severo degli umbri del suo tempo, più sicuro nel fissar la
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ad amare ed esaltare chiunque dimostrasse ingegno ed abilità, il Francia dovè trovare in quei valenti artisti i suoi naturali amici, i quali doveano
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un ritratto di Giovanni II, unico fondamento all’affermazione del Malvasia; e certo è, ad ogni modo, che il Malvasia, il quale avrebbe quasi voluto
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questa pinacoteca, quel vecchietto così compito e cerimonioso, che non avea ridotto la difesa dell’arte antica, da lui idoleggiata, ad un bisogno di
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contendere questa pittura ad Ercole Grandi per ascriverla al Francia. Il rispetto dell’arte rende qui incontentabile il pittore, finchè non abbia
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forze dell’ingegno hanno sostenuta bene, sì, ma lunga ad ogni modo e paziente ed anche talora alquanto sfreddata dell’entusiasmo che doveva aver avvivato
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degli aspetti già cominciava; quindi in lui la descrizione delle cose è minuziosa. Se, ad esempio, un santo vescovo ha un piviale rabescato, egli
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Mi sarebbe piacevole, Signori, fare insieme con voi un esame critico delle pitture del Francia, ad una ad una, osservando come si determinano
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bolognese, si rianimò improvviso tra le mani del Francia, ad uno spiraglio per cui passò tepida quell’aura umbra, in cui esso riconobbe la prima
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l’artista ad uno stile che può parere men fermo, sarebbe ingiusto dire ch’ei vada nella mollezza e non riassuma da valent’uomo quanto di più
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bene et fortuna.„ Non traspare da quel caro, da quell’augurio fatto nel suo segreto ad un giovane ch’ci non pensava forse di riveder più, una grande
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percettibile appena; e non sa che Raffaello è già disertore di sè stesso, non sa che ogni esplicazione spontanea è prossima ad inaridire, che egli diverrebbe
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Addestratosi al pennello in mezzo ad artisti, la cui abilità gli fece certamente pensare in sulle prime che non gli era facile schierarsi alla pari
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moto, in cui pare ad essi sia tradotta una parte della coscienza loro, e che segnala un progresso. Ma, oltre gl’insegnamenti che doveano derivare ad
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di espressione dei primitivi inesperti, Bologna, dico, non era preparata e disposta ad accettar l’arte di Michelangelo com’erano Firenze e Roma, dove
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coraggio, ad indagar la giustezza dell’attribuzione, la quale è ugualmente del Ricci), il Chiodarolo sembra un pittore, non solo privo di ogni spirito di
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concetto d’imitazione, ricusandosi ad ogni colloquio diretto colla natura, a poco a poco non si ceda tutto alle abitudini della pratica quotidiana, le
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Ad ogni modo, il primo periodo di Giacomo Francia è il più corretto. Protraendo la vita fino al 1557, egli passò noncurante, pigro, in mezzo ai
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incerti, ove l’ingegno si spossa, lasciando nell’opera tracce assai chiare del travaglioso tentennamento. Aggiungete che non è possibile ad un ingegno
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Avea ventitrè anni. Era stato, nove anni prima, ad instantia del Felesini e del Gombruti, accolto nella scuola del Francia; può anche darsi che più
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Poco lontano dai sessant’anni in quel tempo, il bolognese, avvezzo ad un’ammirazione incontrastata, ignaro fin allora dei nuovi avviamenti per cui l
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altri termini vuol dire che, levato il pensiero ad un’alta e indefinita intonazione artistica, egli ha potuto rendere un abbastanza largo margine
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fatale degenerazione, col suo disegno torto, vizioso, senza finezze, coi suoi modellati dalle mestiche molto fuse, che approdano ad una dolcezza
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Francia. Artista frettoloso, avido di guadagni, rifuggente dal riflettere, amante della musica e della vita lieta, destro nell’allearsi ad operare coi più
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: si guardi ad esempio, nel Museo Civico la prima pagina dello Statuto dei Drappieri, miniata nel 1523 di G. B. Cavalletti, presumibilmente scolare del
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venire ad ascoltarle quando le lessi, per gentile invito del commendatore Alberto Dallolio, nella Sala della Società degl’insegnanti.
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