STORIE ALLEGRE
il solito lo accompagnava a spasso, arrivò fino a dire: "Credilo, Veronica, per un cappello a tuba darei tutti i miei libri di scuola." "O perché non
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." "E la mia mamma, dov'è?" "È laggiù!" "Dove?" "In fondo a questo campo." "E i miei fratellini?" "Sono laggiù anche loro." "E che cosa fanno in fondo
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Mille anni fa, anch'io ero un ragazzetto, come voi, miei cari e piccoli lettori: anch'io avevo, su per giù, la medesima vostra età, vale a dire fra
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sarò di leva ... " "Come fai a saperlo?" "Chi può saperlo meglio di me? Gli anni sono miei, e nessuno me li può levare." Fatto sta che Gigino, mentre
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dentro il povero Pipì, "ma dopo cinque mesi troverai nel sacco appena i miei ossi e i miei unghioli! ... " E ricominciò a piangere più forte che mai
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, entrato in mezzo alla folla, accennò di voler parlare. Si fece subito un gran silenzio: e Pipì prese a dire così: "Miei carissimi confratelli! Sento che
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indovinarlo: saranno assassini" rispose un altro. "E che cosa vogliono da noi?" "Ci vorranno derubare." "Derubare?", disse Pipì, ridendo. "Scusate, miei cari
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lesto lesto il capo, rispose: "Pipì senza casato." "Quanti anni hai?" "Sono il più piccino de' miei fratelli." "E i tuoi fratelli che età hanno?" "Sono
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! Vogliamo il bel tempo! ... Se no, abbasso l'imperatore! ... ". "Amici miei", disse Pipì affacciandosi al balcone e parlando alla folla delle scimmie
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guarderebbero i miei quattro fratelli!" Mentre allo scimmiottino frullavano per il capo queste bellissime cose, ecco che il giovinetto, un po' per la
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E qui bisogna ritornare un passo indietro, come dicono i raccontatori di novelle. Dovete dunque sapere, miei piccoli e carissimi lettori, che il
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le lepri e i leprottini gli ballavano fra i piedi la polca e la tarantella. Che bel coraggio! e che bella bravura non è vero, miei piccoli lettori
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addosso!" "E come fai a saperlo?" "Ho avuto, in pochi minuti, troppi indizi ... troppi segnali. Vi ricordate i miei stivaletti nuovi rimasti affogati
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foglio bianco." Quand'ebbe l'occorrente, lo zio scrisse sopra il pezzo di foglio: Pagherete ai miei nipoti Cesare, Orazio e Pierino lire cento, che
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basta avere un po' di genio! A buon conto, non bisogna dir nulla a nessuno; specialmente a' miei fratelli. Guai se Orazio e Pierino sapessero qualche
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sempre ... la colpa è del maestro, che ha bisogno di farmi scomparire tutti i giorni dinanzi a' miei compagni di scuola. Oh che bella cosa se i babbi e le
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babbo, con la mia mamma e coi miei fratelli ... e non voglio mascherarmi da uomo ... " "E allora perché, poco fa, hai accettato di essere il mio