SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime
zitti, lui e l'asino, - disse uno - compriamogli tutti gli zoccoli e mandiamoli via. - E che ne faremo degli zoccoli? - Li rivenderemo per conto
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deluse di prima. Nessuno sapeva chi fosse né donde fosse venuta. Anni addietro l'avevano vista comparire con indosso gli stessi stracci, curva
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, fingevano di zoppicare come lui. Quando però andava fuori e vedeva per le vie la gente che camminava diritta, senza arrancare, ne aveva dispetto; e un
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zappa e falce si fa tutto in campagna. Ma tu, a quel che ne so, non hai né zappa né falce. Questi è Zappa, e questi è Falce. E indicò i due ragazzi
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ne ricavava un bel guadagno. - Come liberarti? - Apri lo scatolino. - È suggellato e chiuso a chiave. - Dovrai dire: Male e malanno a chi ti serrò
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biada? - domandò il Ministro. Né fieno, né biada, ma acqua di fuoco. - Acqua di fuoco? E dove si trova? - V'insegnerò io a cavarla. Il Re scese a
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palazzo reale, cominciarono a correre attorno tante brutte voci. - Sapete? Il Reuccio ha la testa di un serpente. - Ma che! Non ha braccia né gambe, ma
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cestino legato a un piè del deschetto! ... O che temete? Che ve la rubino? - Ne sa più un matto in casa propria che un savio in casa altrui. Lasciatemi
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altro svago. Ed ecco che un giorno giunge, non si sapeva da chi mandata né da qual paese, una cesta con dentro un rustico vasettino di terracotta dov'era
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braccia e gambe; non ne potevano più. Dal gran tramenio della giornata, si sentiva stanco pure lui. Sdraiato su una di quelle vecchie poltrone che
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mondo ne ha mille altre! VAMPA: Gliel'ho cercata io fra mille. ROSPUS: Amano tutte ugualmente! WOLFF: Nessuna potrà amare come lei! ROSPUS: Pietà
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venuto meno qualcosa, non potendo più godere le buffonerie di Pappafichi. Non era malato, né ammattito e non aveva punto voglia di morire. Stava soltanto
Accademia della crusca
