SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime
del palazzo reale dove a nessuno era permesso di entrare. Tutti però sapevano che là dentro c'era il Reuccio, ma Ministri e cortigiani non avevano mai
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alzò la scure, ma rimase con le braccia in aria, come pietrificato. - Maestà, non posso. C'è qualcuno che mi trattiene! Il Re diventò più furibondo
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: - Giustizia, Maestà! Questo Stregone ci ha frodati. Ma il Re, che aveva gradito molto il regalo fatto al Reuccio, rispose: - Chi è sciocco, stia a casa sua
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di lenticchie; ogni cosa. Ma se qualcuno, credendo di far meglio, voleva darle un soldo, la vecchina rispondeva: - Questo no; grazie! Non posso
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ricordato delle parole: - Chi gli insegnerà a fare un buco nell'acqua? - Nessuno, pensava. Era impossibile. Ma volle interrogare anche intorno a questo la
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dal Mago. CORO (Sulla scena si balla ... ma è ballo di anime tristi ... non è allegria): Creh-creh! Creh-creh! Saltiamo allegri! Il nostro tiranno è
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parevano setole; occhi, labbra, mani continuamente irrequieti, quasi egli portasse dentro il corpo un congegno che gli impedisse di star fermo. Ma
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vecchio, nano e sbilenco, con naso enorme a tromba, e occhi piccini piccini, ma che pareva sprizzassero scintille. Saetta n'ebbe paura. - Porterai
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C'era una volta un contadino che aveva due bambini. Al primo aveva messo nome Zappa e all'altro Falce. La gente gli diceva: - Zappa? Falce? Ma son
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gambe, che si aggricciava, si stendeva, si sollevava ad arco, e rodeva, rodeva, senza fermarsi mai! La Principessina vedeva quella desolazione; ma
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biada? - domandò il Ministro. Né fieno, né biada, ma acqua di fuoco. - Acqua di fuoco? E dove si trova? - V'insegnerò io a cavarla. Il Re scese a
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bel cestino perché imparasse a camminare. La voleva sotto gli occhi, davanti a l'uscio; ma quando la donna non poteva star là a sorvegliarla, per
Accademia della crusca
