SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime
amato, se almeno la pietà fosse penetrata nel duro tuo seno di fanciulla, io ben potrei, domani, assidermi al banchetto dove felici si nutrono di cibi
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era vino, quantunque ne avesse l'apparenza. - Gustalo prima tu! - No, tu: io lo assaggio dopo. - Lasciate fare a me. E la terza ne bevve un
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; voi ci mettete i fichi, io ci metto prima la bocca e poi la pancia. Se sbaglio, pago un soldo; eccolo qui! E lo mostrava. Tutti sapevano
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; ma il contadino, sornione, esclama: - Rido meglio io, quand'è la stagione. Infatti, quando era il mese in cui bisognava zappare il terreno per
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C'era una volta un Re che diceva: - Io sono l'uomo più disgraziato del mondo! - Che vi manca, Maestà? - Niente. Ho quel che non vorrei! - Che cosa
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gamba corta uguale all'altra?Venne un dottore, e gli disse: - Maestà, io potrei accorciarvi quella più lunga. Val quasi lo stesso. Che! Che! Sarebbe
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ricchezza. - La ricevuta la farò io. - E tu chi sei? - Sono il Reuccio di Spagna. Il nano mi ha fatto l'incanto perché non ho voluto sposare la sua
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accordare ... Ma vedrete che, finalmente, qualcuna vi dirà: Vi sposo io, a patto ... - A patto? ... - Il patto ve lo spiegherà lei ... Chi cerca trova
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biada? - domandò il Ministro. Né fieno, né biada, ma acqua di fuoco. - Acqua di fuoco? E dove si trova? - V'insegnerò io a cavarla. Il Re scese a
Accademia della crusca
