SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime
ragazzo cominciava a far l'atto di zappare, alzando e abbassando le braccia, quasi avesse in mano il manico dell'arnese di cui portava il nome: e le
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palazzo reale, cominciarono a correre attorno tante brutte voci. - Sapete? Il Reuccio ha la testa di un serpente. - Ma che! Non ha braccia né gambe, ma
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braccia e gambe; non ne potevano più. Dal gran tramenio della giornata, si sentiva stanco pure lui. Sdraiato su una di quelle vecchie poltrone che
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l'incanto.) MILDA: Wolff, amor mio, sei tu, sei tu! (Si getta fra le braccia di Wolff.) WOLFF: Milda, amor mio, son io, son io! ROSPUS: Maledizione
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alzò la scure, ma rimase con le braccia in aria, come pietrificato. - Maestà, non posso. C'è qualcuno che mi trattiene! Il Re diventò più furibondo
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spoppata su le braccia, era stato costretto a prendere una donna che badasse all'orfanella e alle poche faccende che occorrevano in casa. La mattina
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. - Babbo, che fai? Babbo, che fai? La Principessina, dallo spavento, avea ricuperata la parola; e urlava, tentando di trattenere le braccia del padre. Il
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braccia ciondoloni, in maniche di camicia come soleva andare di estate, scalzo, coi calzoni stretti ai fianchi da una cinghia di cuoio; e, fatta una smorfia
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la porta non cedeva! I soldati erano stanchi, in un bagno di sudore, con le braccia indolenzite. Si riposavano un po' e riprendevano i colpi di
Accademia della crusca
