SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime
del palazzo reale dove a nessuno era permesso di entrare. Tutti però sapevano che là dentro c'era il Reuccio, ma Ministri e cortigiani non avevano mai
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misero a fare il chiasso col Reuccio e con la Reginotta, che avevano la stessa età di loro. Il Re una mattina fece scendere in giardino il Reuccio, la
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viva. Eppure l'avevano vista rientrare, curva, appoggiata al bastone, col grembiule ricolmo della carità ricevuta. - Comare! O comare! Uscite a godervi
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questo i suoi sudditi gli avevano dato il nomignolo di re Prudenzio. Il guaio era che assieme con lui dovevano andar a piedi anche i Ministri e tutte
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? Non si arrivava a contarle! - Questa è opera di stregoneria! - pensavano quei tre che non avevano più danari in tasca per pagare l'ultimo centinaio, e
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fino a dover gridargli: - Basta! Basta, Pappafichi! - E allora era il caso che Pappafichi non la finisse più. Perché gli avevano dato quel buffo
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vecchia, e poi, due da un capo della corda e due dall'altro, cominciarono a tirare con tutta la forza che avevano, puntando i piedi sul pavimento, ma il
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importante. Non voleva dire! Purché non perissero di fame lui e la moglie, non rifiutava di tornar a servire anche coloro che non lo avevano pagato
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giù! Faceva disfare ai servi quel che avevano fatto il giorno avanti; e dal tramenio della giornata si sentiva più stanco di essi, che la sera non ne
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somigliavano a nessuna di quelle delle moltissime piante da lei possedute. Avevano il colore e la trasparenza dello smeraldo, fine, dentellate. La sera, dopo
Accademia della crusca
