SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime
si udì il grido dello zoccolaio assieme col raglio dell'asino: - Passa lo zoccolaio! Donne lo zoccolaioooo! - Ah! Ah! Ah! Allora il Re si rammentò che
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fino a dover gridargli: - Basta! Basta, Pappafichi! - E allora era il caso che Pappafichi non la finisse più. Perché gli avevano dato quel buffo
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buco nell'acqua? Il giovane Principe aveva creduto che sua madre delirasse, e non le aveva domandato: - Che significa, Eccellenza? Allora i figli
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sorsettino. - Delizioso! Si leccava le labbra. Allora bevvero anche le altre. Provarono uno stordimento, un'eccitazione, un senso di leggerezza e si sentirono
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due costole. Allora non disse più: - Le mie gambe mi servono meglio. Disse: - Bisogna esser re Prudenzio di nome e di fatto. Non si è mai prudenti a
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uomini vivi? - Li ha fatti il Mago, mio padrone. Egli è morto e son rimasti a me. Il Re allora volle far la prova. Mandò a chiamare Zappa e Falce, e
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, spingendoli per le spalle, li cacciò via. Uno di essi, il più anziano, ebbe allora il coraggio di rispondergli: - Maestà, è rispettato chi rispetta; e
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, ché al mondo non c'è il palo? Sì, è questa. Allora il Reuccio fu legato a un palo, col petto scoperto; Freccia-Frecciaio tese l'arco, prese la mira e
Accademia della crusca
