SCURPIDDU
intrisa con l'acqua, e foglie di lattuga e prezzemolo tagliuzzate finemente. - Come sono cresciuti! Quasi si confondono con quelli dell'altra covata
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verificare coi suoi occhi. Non lo avrebbe chiamato, se no il povero zi' Girolamo sarebbe morto, perchè coloro che vanno colle Nonne se sono svegliati
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mamma per rassicurarsi. - Làscialo cantare! - Domandatelo voi al massaio, - insisteva. - A me, mi ha risposto: "Sì, sì, asino! Sono tuoi!". Ma poi si è
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Soldato chiacchierava per venti. - Napoli! Milano! Genova! Torino! ... Quelle sono città! A Torino, neve alta così! Freddo! ... Ma sotto i portici - la
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di lei gli bagnarono la faccia, egli la guardò stupito e le domandò: - Chi siete voi? - Non mi riconosce! - esclamò, desolata, la meschina. - Sono la
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per entrare e ripararsi nel pollaio, e Scurpiddu lo scompigliò per pigliare in mano due pulcini e mostrarli alla massaia. - Di chi sono? - Nostri. Il
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che per poco non lo rovesciarono a terra. - I tacchini e i polli sono salvi, massaia! - si era affrettato ad annunziare. - Tegònia! Tegònia
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volpacchiotti. Se trovano la tana, ve li affumicano dentro. Ma le volpi sono maliziose. Intanto, giacchè ora c'è l'erba fresca nel prato vicino alla
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' Girolamo. - Un giorno o l'altro Paola andrà via, se non le mozzi le ali. Bestie selvatiche sono le tàccole. Non ti fidare! Indovinava sempre il
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Mommo. Sono figlio di compare Pino. - Che fai qui? - Niente. - E dove vai? - Non lo so. Vengo da Palagonía. - Che facevi colà? - Niente: domandavo
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. - Eccola ... Sono scappati ... Ecco la giumenta! - gridava Scurpiddu , Dalla gioia, gli brillavano gli occhi su la faccia rossa, avvampata. - E se ti
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dirotto. Alla sua mamma però, appena furono soli, raccontò tutto. - Zitto! Non parlarne con nessuno! - gli raccomandò anche lei. - Chi sono quegli amici
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dirgli: Sono qui. - E sùbito gli tirava col becco i capelli che gli scappavano fuori del berretto su la fronte. La sera, egli la metteva a dormire in
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scorpioni, delle tarantole ... Le serpi poi sono al mio comando ... Tutta grazia di San Paolo, perchè son nato la notte del ventinove di giugno. Chi nasce
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tromometro. Queste macchine qui, che paiono orologi, sono avvisatori, per segnar l'ora in cui un terremoto avviene, Un'altra volta ti farò vedere
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sono i miei figli! Scurpiddu l'osservava senza ancora sapersi risolvere a domandargli: - Volete prestarmi cinque lire? - quando comparve lo zanni con