SCURPIDDU
. Scurpiddu ebbe quasi paura vedendo le pupille nerissime tra il bianco degli occhi, e le due file di denti bianchissimi tra le labbra rosse e sottili
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gli facevano cenno di avvicinarsi, mezzi nascosti fra i tronchi dei mandorli. Aveva avuto paura vedendo luccicare le canne dei fucili che coloro
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guardare a traverso la lente. - I terremoti stanno chiusi là? - domandò. - Sì, vuoi vederli? Non aver paura. Scurpiddu vide un pendolo che andava e
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, ebbe paura. - Che sia già andato con le Nonne ? - pensò - e per questo non risponde? E die uno strillo: - Zi' Girolamo! Il vecchio si riscosse. Allora
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. E indicava la collina. - E se non t'incontravo io, come facevi? - Restavo là dov'ero seduto: avevo paura. - Quanti erano i tacchini del notaio
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sapere tante e tante cose, che gli aveva messo paura con gli occhiali d'oro davanti a quegli occhi sbirri (intendeva dire scrutatori). Per ciò sul
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A furia di sentirsi dire: E se ti ammazzavano? Scurpiddu concepiva ora la paura che avrebbe dovuto aver in quel momento; e non valevano a
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, l'altro col pensiero alla sua mamma non potuta vedere da ier sera. Scurpiddu ruppe il silenzio: - Quando eravate alla guerra chi sa che paura, Soldato
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sembrava quasi una risata. Scurpiddu cominciava ad aver paura di trovarsi là, solo solo, a quell'ora, con quel silenzio interrotto soltanto dal grido del
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gl'incuteva più paura il bovaro con le sue Nonne . Era un brav'uomo; badava soltanto a quegli animali, povero vecchio! I tacchini si erano mescolati coi buoi
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alla scoperta ideata; al buio, no, avrebbe avuto troppo paura. Fra dieci, dodici notti, ci si vedrebbe come di giorno nell'agghiaccio. E quasi egli