SCURPIDDU
Ma di lì a un mese, tutti i bei progetti di Scurpiddu erano andati a un tratto per aria in modo inatteso. Una sera il Soldato gli aveva detto: - È
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facciano danno alla vigna, se no accoppo te e le tue bestie; te lo avverto, giacchè sei qui. - Lasciatemi vedere: l'avete in casa; - insisteva Scurpiddu
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Ora erano due ad aspettarlo davanti al cancello di legno del pollaio: la sua mamma e la massaia. La mamma, vedendolo turbare di mano in mano che i
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mule, fermàtosi in mezzo alla spianata davanti la stalla per accendere la pipa, era rimasto ad ascoltare, deliziato. - E tu, non vai ad accovacciarti
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Massaio Turi aveva mantenuto la promessa. Scurpiddu sapeva già potare e innestare, ed era divenuto la mano destra del padrone in tante piccole
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e in tutta l'aria della persona parecchi giorni dopo la disgrazia, Scurpiddu non sembrava più lui. Tutte le mattine andava via coi tacchini e con
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- Ora che Scurpiddu è proprietario non guarda in viso a nessuno! Il Soldato si divertiva a farlo arrabbiare dicendogli così con aria di canzonatura
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Soldato , dandogli un bastone in mano, gli faceva ripetere gli esercizi militari: - Presentat'arm'! - Per fila destra! - Per fila sinistra
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A furia di sentirsi dire: E se ti ammazzavano? Scurpiddu concepiva ora la paura che avrebbe dovuto aver in quel momento; e non valevano a
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Non chiuse occhio in tutta la nottata, ripensando quel "Ne riparleremo domani", E se lo zanni voleva proprio quattrini? Come trovarli lì per lì
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tacchini alla pastura. La notte avea sognato sua madre e glien'era rimasto un vivo rimpianto nel cuore. Si rammentava con dolcezza dei giorni in cui
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gli camminava a lato serio e fiducioso, facendo piccole sgambate per tenersi a paro dei larghi passi delle lunghe gambe del compagno, e che di tratto in
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frantoio era in fiamme. Vortici di fumo e scintille si spandevano attorno spinte dal vento che soffiava forte. Nugoli di fumo salivano dalla catasta
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schiena; sospettava qualche burla del Soldato e stava in guardia, - Vuoi farti cavare un dente? Ecco qui la tanaglia. E mostrava lo strumento. Lo zanni non
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? - gli domandò la massaia. - No: Paola ... è volata via ... con le altre tàccole! ... E scoppiò in singhiozzi. La mattina era partito dalla masseria
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la cena, egli andava a nascondersi in un serbatoio di ulive, e si metteva a miagolare. Da prima tutti credevano che miagolasse proprio un gatto; ma
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Pietro pensasse di condurlo via con sè; e all'idea di dover abbandonare i tacchini e la masseria si era scurito in viso. I contadini, che ormai lo