SCURPIDDU
. Altre volte si udivano fuori gli abbai di due-tre cani. Qualcuno degli uomini si affacciava dal portone per vedere chi arrivava a quell'ora, e non
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terra con le gambe irrigidite e la lingua mezza fuori tra i denti. - Ho pianto due volte per cagion tua, brutta bestiaccia! E le aggiustò una pedata
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soglia e visto il bagliore delle vampe, si precipitò fuori, Scurpiddu andò a picchiare alla porta della masseria: - Fuoco! Fuoco! In pochi minuti, tutta
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che si rizzavano snodandosi e si versavano fuori della cassetta, diè un gran strillo. Lo zanni le afferrava, se le avvolgeva attorno al collo e alle
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abbaiando: e i cani della masseria gli rispondevano di fuori abbaiando tutti a una volta. Quando però andava a chiudersi nel suo bugigattolo dove Paola
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, tutta la sua ricchezza. Ogni giorno, appena arrivato coi tacchini e con Paola nel posto del pascolo, Scurpiddu si sedeva per terra, cavava fuori i suoi
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conduce a Bardella. Il ragazzo stava accoccolato sur un sasso, con le mani strette dietro la testa. I gomiti aguzzi gli scappavano fuori dagli sdruci delle
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terreno argilloso dell'Arcura, di forme diverse e di varia grandezza. Nei momenti in cui non sapeva che fare, si era messo a cavarle fuori col
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domandassero: - E tu che facevi là fuori, a mezzanotte?
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santa Agrippina portata dai devoti per lo stradone fuori le mura, di sera. I lumi della processione serpeggiavano nel buio, e a poco a poco sparivano. Lo
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dell'uscio, e udendo lo schiamazzo delle galline e il glù-glù- glù dei tacchini nell'atrio del pollaio, là fuori. Non gli era accaduto mai di non
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mangiato in comune con gli uomini la minestra di fave secche lessate e condite con olio e aceto, tirò fuori da una tasca un suo libro scucito e mezzo
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domandò: - È vero che hai già appreso a lèggere? Sentiamo. Scurpiddu cavò sùbito fuori il sillabario, che portava sempre in tasca ed era ridotto molto