SCURPIDDU
fosse in paese, egli andrebbe a trovarla ogni quindicina, come il Soldato che ogni quindici giorni tornava dai suoi di casa; e poi nelle feste di Natale
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la tentazione di stuzzicarle. Ti farebbero gonfiare come un otre a furia di punture! Hai inteso? Quantunque fosse stato contento che gli amici
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, che non sbagliava mai il saluto. - Passa il capitano! E tornava indietro, pettoruto, quasi fosse un capitano davvero. - Passa il generale! E il
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il costume dei contadini siciliani, non si fosse fatto radere ogni mercoledì quando mastro Ciccio il Vecchio veniva alla masseria per massaio Turi e
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Napoli, a Genova. Beati loro! Li invidio! Li invidiava in quel punto anche Scurpiddu Gli sembrava che il cervello, in due giorni, gli si fosse slargato
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fosse entrata una volpe o una dònnola e menasse strage. Balzò dal pagliericcio, e, mezzo vestito, aperse la porticina. - Ah, Madonna santa! Il tetto del
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l'infamaccia, - così egli diceva internamente, - non si faceva vedere! E sarebbe stato meglio, se non si fosse fatta più vedere. Sul tardi un piccolo
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nell'orecchio; intanto si pentiva del regalo fatto, e si maravigliava che un prete che celebrava la messa fosse ladro! Lui che sapeva di poter vendere
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di Santa Maria in Mineo. Di notte, sembrava che l'orologio fosse dietro la collina di rimpetto. Non voleva andare a coricarsi. Se chiudeva gli occhi
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aperta. - Una notte, - continuava a raccontare il Soldato , - io tornavo dal paese con le mule. C'era un lume di luna che pareva fosse giorno. Passando
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quasi fosse d'oro, a ogni scossa. - Sì o no? - insisteva il Soldato tra le risa degli uomini sdraiati per terra. - Fatevene cavare uno voi! - rispose
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di lavorare coroncine e catenelle e lacci a maglie, se voleva. E poi, ormai, gli sembrava che la masseria fosse casa sua; in quattro anni se n'era