SCURPIDDU
: - Scurpiddu riprende a sonare. Così è la vita! I morti se ne vanno, e chi resta deve pensare ai fatti suoi. E i fatti suoi per Scurpiddu erano gli
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. E indicava la collina. - E se non t'incontravo io, come facevi? - Restavo là dov'ero seduto: avevo paura. - Quanti erano i tacchini del notaio
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Ora erano due ad aspettarlo davanti al cancello di legno del pollaio: la sua mamma e la massaia. La mamma, vedendolo turbare di mano in mano che i
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giorno avanti erano passati di là e gli avevano domandato: - Hai visto nessuno? - Nessuno. - Coi fucili come noi? - Nessuno. Ed erano andati via
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Come erano passati presto quei mesi d'inverno con la bacchiatura delle ulive e coi lavori per l'estrazione dell'olio! Poi la seminagione, poi la
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crollo dei tetti della cucina e del frantoio, erano quasi spente, ma il fumo aumentava, e le scintille volavano portate via dal vento e piovevano
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discorso con Mauro, il postino, che stava sull'uscio. Si conoscevano da bambini; poi si erano perduti di vista. Incontratisi per caso l'anno avanti, si
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desta dal lume - Vuoi apprendere a lavorar coroncine anche tu? Le maglie non erano uguali; bisognava impratichirsi bene. Quella prima coroncina mal fatta
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, mancava una delle rosse che accennava a divenir chioccia. Scurpiddu non intese a sordo. E il giorno dopo, mentre le sue bestiole, ben pasciute, si erano
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mattina, più tardi, si era saputo l'affare delle schioppettate, Calcapaglia e suo genero stati fino alla mezzanotte alla posta della volpe, - erano loro, in
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Ma di lì a un mese, tutti i bei progetti di Scurpiddu erano andati a un tratto per aria in modo inatteso. Una sera il Soldato gli aveva detto: - È
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maestri di scuola erano preti, e usavano quella sconcezza di far mettere dallo scolaro più bravo un po' di saliva sul naso del compagno negligente
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gl'incuteva più paura il bovaro con le sue Nonne . Era un brav'uomo; badava soltanto a quegli animali, povero vecchio! I tacchini si erano mescolati coi buoi
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indietro, facendo capricciosi giri per l'aria, quasi esercizi di volo, e tornavano rapidamente verso le rocce d'onde erano partite, senza oltrepassare i
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un altro le dava sui fianchi con la bocca del fucile. Li riconobbe; erano gli amici ! - Madonna Santissima! ... ... Rubano la giumenta! Scurpiddu si
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accorsi che le gambe non c'erano. E mi feci segno della santa croce e passai via. - Corbellerie! - ripetè il massaio. - Diciamo piuttosto il santo
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violacei, si scagliava addosso all'avversario. Allora Scurpiddu li incitava con la voce e coi gesti, li aizzava, gridando: - Guerra! Guerra! Spesso erano