SCURPIDDU
! Vedendola prendere la viottola, Scurpiddu tornò mogio mogio tra i tacchini; e di là seguì con gli occhi la mezzadra che andava di furia, brontolando. Poco
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la cena, egli andava a nascondersi in un serbatoio di ulive, e si metteva a miagolare. Da prima tutti credevano che miagolasse proprio un gatto; ma
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e di Pasqua. Egli invece non andava in paese nemmeno per la festa della Patrona. Quella sera restava quasi solo alla masseria, e su l'aia aspettava
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quale egli andava a cavallo a capo fila, con le mule legate per le cavezze, una dietro all'altra, la più giovane in coda. Giusto in quel momento lo vedeva
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abbaiando: e i cani della masseria gli rispondevano di fuori abbaiando tutti a una volta. Quando però andava a chiudersi nel suo bugigattolo dove Paola
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. Andava dietro al Soldato come un cagnolino, chiedendo spiegazìoni, fermandosi a ogni due passi per esaminar bene ogni cosa. - Ti piace Catania
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di luna, per la distanza, - Calcapaglia e suo genero avevano finalmente visto arrivare la volpe, che andava abbaiando e uggiolando tra le macchie, e le
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e in tutta l'aria della persona parecchi giorni dopo la disgrazia, Scurpiddu non sembrava più lui. Tutte le mattine andava via coi tacchini e con
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legato male la cavezza all'anello di ferro della mangiatoia, e l'animale, vistosi sciolto, andava a farsi una rivoltolata fra la polvere, là davanti
SCURPIDDU
. Come le mani della sua povera mamma malata, che andava di male in peggio con le febbri e la tosse! Ora egli sapeva tutto: la sua mamma aveva preso
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guardare a traverso la lente. - I terremoti stanno chiusi là? - domandò. - Sì, vuoi vederli? Non aver paura. Scurpiddu vide un pendolo che andava e
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, quando potè consegnare allo zi' Girolamo, che andava a Mineo per la vicenda quindicinale, le dieci coroncine belle e finite, coi chicchi dei paternostri e