Racconti 3
, determinando, specificando. Diceva: «Dovrà accadere questo e questo. Quando? Dove? Come? Non ne so nulla. Ma accadrà infallibilmente». Per lui i secoli
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se le tiene. - Oh! Come mai? - E si faceva raccontare il fatto per filo e per segno. - Mettiamolo a libro, don Rosario! - gli diceva Pizzo-'nterra
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spinto ad accoglierlo. - Niente finora - gli diceva il sindaco aprendo le braccia. - Come mai? E sono già tre mesi e mezzo! Si sono addormentati sul mio
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l'ex brigadiere doganale avea scoperto uno scapolo da «lavorarsi», com'egli diceva, per farne un marito, non trovava più pace fino al momento in cui
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insoffribile per le sue pretese osservazioni di psicologia animale, con le quali intendeva di provare che le bestie sono, egli diceva: «uomini chiusi!» - senza
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! - diceva a se stesso - Questi dottori, questi scienziati sono, su per giú, una manica di ciarlatani. Ce le danno a bere grosse, sicuri che noi ignoranti
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raccomandava l'anima a Dio. - Voscenza l'ha viziato! - gli diceva la mezzadra. E lui le credeva, in buona fede. Come mai avea potuto viziarlo, se gli
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impiccare!» diceva ... diceva ... chi? Voltaire? Insomma, qualcuno che conosceva bene i suoi polli, cioè la gente. E cosí mi si vorrebbe spingere ad
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strani caratteri quel che diceva; e pronunciando le ultime parole, picchiato sdegnosamente su la tavola col cucchiaino due volte, lo aveva rigettato
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all'appuntamento! Ha voluto che giurassi questa volta, perché - diceva - non era cosí sicuro dell'amor mio da accontentarsi di una semplice promessa
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. Egli diceva di prepararsi cosí «l'avvenire». - Un giorno o l'altro quelle ragazzine sarebbero cresciute, avrebbero preso marito -. Calcolo diabolico
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mistero schiarito ce ne mette subito innanzi parecchi altri e maggiori. La modestia di quel grand'uomo proveniva dalla sua immensa dottrina. Diceva pure
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accorgeva di me che le stavo davanti ... Parlava con colui e, dalle sue risposte, capivo quel che colui le diceva. «Che colpa ho io, se tu sei morto
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quale vedevo affinare maravigliosamente la modellatura. Per parecchi giorni di seguito ero andato a posare. «Poche altre sedute - mi diceva il Doneglia
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, ora con diminuendo, con riprese, con scoppi, con pianissimi ... E non voleva convenirne; diceva che non era vero. Ma io gli rispondevo, ridendo - si
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ammansato tutt'a un tratto, e frequentava le riunioni e riceveva in casa sua e dava fin pranzi per far ammirare, diceva, l'abilità culinaria della sua
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- soggiunsi sornionamente - una vecchia signora, della riviera ligure, la quale pretendeva che un suo gatto era malato, ella diceva, d'una trasformazione
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toglierci il coraggio di ritentare! ... È un'infamia! E parliamo di civiltà!» Non sorridevo piú, ma ridevo, tanto mi sembrava buffo quel che Rossi diceva
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qualunque capriccio - e non ne abusava, bisogna aggiungerlo in sua lode - si era ultimamente dato a un allevamento strano. Diceva: «L'uomo ha già
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all'improvviso, mandandogli per posta un laconico biglietto che diceva: «Pel tuo bene e pel mio! Perdona e dimentica!» Non aveva perdonato, ma
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mortificazione, se Delia, con delicata modestia, mi diceva: «Che bisogno hai tu di consultarmi? Tutto quel che tu fai lo giudicherò sempre ben fatto, anche
Accademia della crusca
