Racconti 1
lasciarsi acchiappare; e allora, nelle belle giornate, veniva a trovarmi, per fare insieme una sentimentale passeggiata pei campi. Un sintomo
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di fare al suo cospetto la figura di un grullo. Ero spinto a darle a capire che avevo già indovinato la sua condizione e che era inutile ogni arte per
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parevano fatte apposta pei baci ... - E non ne davano mai! Ella lo lasciava fare, ma non lo ricambiava; e sbadigliava allorché quegli, per isvagarla, le
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di parlarle! - tremante e convulsa era sbalzata dal letto, senza sapere quel che intendesse fare; e si era strascinata fin là, arrestandosi in mezzo
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di fare? - Il suo dovere d'amico. - Un dovere inutile. - William! - Voleva persuaderlo di amare la vita dopo tutto quello che lui sapeva? C'era forse
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l'intestazione: "Giorgio! ... Giorgio mio!" l'illusione della sua voce si ripeteva vivissima. Ella scriveva con garbo e con semplicità, come sanno fare molte
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impazienti di lui che cercava di svincolarsi. - Via, non fare il cattivo! - disse, scoccandogli un ultimo bacio, in distanza, nell'abbandonarsi, spossata
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ovvia di questo mondo. - Quando? Via! ... - Ma prima bisogna fare una scommessa. - Vada per la scommessa! Auff! Che cosa dovremmo scommettere? - Quella
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contemplare tutto un po' alla volta. Che problemi da risolvere! Che scoperte da fare! Sotto quella bellissima forma c'è un sangue che bolle, un cuore che
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essi avevan seguitato a fare il chiasso per gli appartamenti, rincorrendosi, nascondendosi dietro agli usci, proprio come due ragazzi, appena si
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lagrime, dalle mie preghiere. Che debbo fare per toccarvi il cuore? Non vi basta che io muoia lentamente per voi? Oh Alberto, voglia il cielo che queste
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mani giunte in atto di preghiera, colla voce turbata dall'emozione, tentava di farle coraggio! Terribili momenti! Ma che potevano fare contro quella
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indagini, gli si era accostato per consultarlo sul da fare. Egli credeva che i servitori, che almeno qualcuno dei servitori avesse avuto parte in quel
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, severa, con gli occhi socchiusi: poi si arrestò immobile, offrendo le labbra impallidite, e attese ... Lo lasciò fare ... Uno, due, dieci, venti baci
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gli occhi, e serrava i pugni e i denti; oppure s'abbandonava, come corpo morto. Poteva fare diversamente? Gli apparteneva, per sempre, Signore
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smentiva. - Non l'ami piú? - No, te lo giuro! - L'amavi piú di me? Quanto me? - Perché fare confronti? Si può forse amar due volte allo stesso modo? E
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tenerli, come si suol fare, in gran conto. Chi ne avrà mai difetto? Ma le gioie! Ecco: io ho segnato co n delle gioie, piccole o grandi importa poco
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! - I tratti del suo visino ovale tornavano ad animarsi soltanto allorché il signor Carlo le diceva: - Andiamo a fare una giratina, intanto che la zia
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fare! ... Che delizia questa camera cosí grande e cosí piena di luce. La mia è un bugigattolo da aggirarvisi appena. Mi è cara però; è piena di ricordi
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appena un quarto d'ora da concedervi. Se credete che sia venuta qui senza commozione ... - Possibile! ... Quale? - Quella di fare una cosa che non
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disinganni? Ma chiudevo gli occhi, mi stringevo alle spalle e lasciavo fare al cuore; ero troppo esaltato da dar retta alla ragione. E forse è bene
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incontro. - È stato dunque per questo che mi avete costretta a fare una passeggiata? - Volevo farvi una sorpresa -. Ella resta sull'uscio, appoggiandosi
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saturarsi di sole e d'aria pura fra tutto quel verde, lungo quei viali che salivano, scendevano, serpeggiavano, cosí deserti da fare pietà! E tornati
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grandi boccate di erbe, e si voltava di qua e di là colla testa, quasi per interrogarmi su quel che avrebbe dovuto fare. Ad intervalli io mi
Accademia della crusca
