Racconti 1
polifonico, tormentosa, straziante, fra i lamenti dei violini e dell'oboe, i singhiozzi dei cla rini e del flauto, gli schianti dei corni e degli
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aver meglio il comodo di osservarla nel volto. Com'era bella! Che finezza di carnagione! Che simpatia nell'espressione delle labbra e degli sguardi! Un
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osservare gli affissi degli alberghi, dei stabilimenti di bagni, e quella figura di donna seduta alla macchina da cucire, con la esse iniziale del nome
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strani sibili; quelle ombre della notte senza luna che trasformavano l'aspetto degli alberi e dei luoghi in un che di fantastico e di pauroso privo di
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stato aggredito all'uscire della sua cameretta. Grosso, robusto, coraggioso, liberossi dalle strette degli assalitori e tentò di chiamar gente. Egli
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ferrovie ci siano degli ispettori a posta. Si vede! ... ... ... ... ... ... tuo Oreste. Roma-Napoli, 1882-1883@. 1882-1883.
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scorsi degli anni, ma ella aveva conservato intatta la sua freschezza giovanile. Quel che di lievemente roseo e di diafano della sua pelle; quella delicata
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merli e di usignuoli fra le macchie dei roveti e tra i rami degli olmi! ... Fasma parlava sottovoce, come se facesse delle confidenze; e, col braccio
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degli ippocastani, tremolanti in quel brulichio di luce. Aveva fretta, e intanto indugiava. - Aspettino! Voglio godermela intera questa festa che mi
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giardino degli agrumi e di perdersi sotto gli archi a sesto acuto dell'uliveto o sotto il pergolato che attraversava la vigna. Tornando, sul tardi, la
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lieve movimento delle labbra e degli occhi ... Perciò parlava spesso del ritorno del babbo alla bambina, tenendola sulle ginocchia, accarezzandola
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bimba non voleva andare a letto per ascoltare anch'essa le storie dei ladri e degli assassini; e guardava a bocca aperta ora il babbo che parlava
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di cielo! E quelle labbra! Cosí sanguigne da rendere smorta la bianchezza opalina della carnagione! Quella testa di bionda maliarda gli faceva degli
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quell'andatura stracca, curvata con cui egli trascinavasi da un luogo all'altro, senza quella sciatteria degli abiti, senza quel lamentevole suono della
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palpita; c'è un'anima! Che vuol dire quel sorriso degli occhi? Quel movimento delle labbra? Quelle linee della fronte e del naso? E la voce? E quella
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sospirava, quasi ogni palmo di muro che cresceva sotto la cazzuola e il martello degli operai fosse stato un dispetto fatto a lui. Andando a passeggio con la
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degli occhi colmi ancora di lagrime. - Dottor Camillo Samboni - risposi inchinandomi. - Me lo scriverò nel cuore! - E il suo, se non le dispiace
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quercia, oppressi dal torpore delle cose dormicchianti, torno torno, sotto la vampa del sole, al sordo ronzio degli insetti, fra lo svolazzare irrequieto
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nel settembre, ogni volta che le due famiglie giungevano in campagna per la villeggiatura, la signora Morello, amante degli scherzi, si metteva a
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con lui dalla casa della zia, andammo a Padova, poi a Milano ... Sin dai primi mesi, egli fu costretto a lasciarmi sola, per via degli affari. Prima
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gallerie e per le chiese, fingendo di ammirare Raffaello e il Correggio, la Cappella Sistina e San Paolo, dandoci degli appuntamenti, senz'aver l'aria
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dite di v oler morire perché vi è mancata la consolazione degli affetti domestici; ma chi vi dice che la natura non v'abbia destinato ad esercitare le
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tremolanti per l'aria portati via dal vento e andavano a perdersi tra le fronde degli alberi e in mezzo alle aiuole del sottoposto giardino. Il pianoforte
Accademia della crusca
