Quell'estate al castello
parte della panca (che era di quelle doppie). Il maresciallo naturalmente avrà creduto che si facesse vedere; poi non bisogna dimenticare che voleva
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infatti lo era davvero, si presentò allo sportello della biglietteria e disse educatamente: - Per favore un biglietto per Parigi. Seconda classe
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profonda, e qui di misteri non ce n'erano, con un'occhiata si vedeva tutta. Era bello, però. Il fondo era fatto a conca ed era pieno d'erba lunga e
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presto, prima che si alzino Remigio e le donne. Con la bicicletta non mi ci vorrà molto a arrivare a X a prendere il treno. - A X? (Era la città piú
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che sui francobolli soliti non si vedevano tanto facilmente. Ma non c'era da meravigliarsi, venivano da tanto lontano... - Oh!! - Si era accesa una
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rispondermi, stupida! Ed ecco che mi si mette a piangere come una fontana. Finalmente, pensai. Era proprio ora che piangesse. Però da un lato mi
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faccia dall'emozione. - Se i miei sono contenti, si sa; ma lo saranno sicuro - . Mi venne un dubbio: - E i tuoi? Ippolita spinse un po' in fuori il
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perché dovesse prendersela tanto se avevamo fatto una figura un po' ridicola davanti a suo zio. - Hai visto come fa, - disse. Anche dalla voce si
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che mi ammalerei. Invece quando si sono separati sono stata un pezzo con mia madre, qui - in Italia, voglio dire - e anche a Parigi. Poi però lei ha
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Era una brutta faccia. Tirata, stravolta, peggio ancora di quel primo giorno quando lei si era tanto offesa che lo zio prendesse in giro il nostro
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elegante, anche se l'avessi avuto, non mi sarebbe servito granché. Alla fine mamma si convinse, però ci tenne assolutamente a farmi un vestito nuovo prima
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un film o un libro che non le erano tanto piaciuti diceva: «A te ti ha fatto palpitare? a me no».) - Se non ci fosse tutta quest'acqua di mezzo si
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? Non poteva negarlo, dunque disse: - Già. - Ma a Parigi ti aspetta qualcuno? Qui andava sul sicuro: - Sí, mia madre. - E come ti chiami, di' un po
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di corsa, dopo quello che avevo avuto la faccia di dirgli. Invece si comportarono molto bene, devo ammetterlo. Come se non fosse successo niente
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Dopo, anche Ippolita si ostinava a dire che scovandola dentro a quel cunicolo l'avevo salvata. - Ma finiscila, - protestavo io. - Vorrei vedere se
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Salivamo la strada bianca di polvere, sotto un sole a piombo. Si cuoceva, nell'automobile nera con la capotta piatta. Ippolita, che era in campagna
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Eravamo tornate da un po' in città e a scuola e Ippolita viveva già con suo padre, quando si terminarono di valutare i francobolli dello zio Pio
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, - (ah ecco, era un liuto, il chitarrone), - e la dama si affacciava al verone e stava a sentire. Idea! Facciamo un gioco. Tu vai a metterti sul
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, qualsiasi cosa si facesse, passeggiata o altro, a una data ora non c'erano santi, doveva fare i compiti delle vacanze, una certa quota al giorno. Io mi
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Ma ci sono un sacco di altre cose da dire, prima che si arrivi a quello che doveva succedere poi. Non bisogna mica credere infatti che stessimo
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E cosí, mentre eravamo scese in cantina zitte e quatte, siamo risalite con le bandiere spiegate, si fa per dire, cantando a squarciagola e battendo
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La prima cosa che successe fu che si mise a piovere. Sorpresa sorpresa: chi ci pensava piú, con quel caldo. Uscendo dalla grotta non avevamo fatto
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lasciava passare ancora meno. Si era dovuto accendere il lampadario, per vederci. Ora bisogna che spieghi com'era fatto questo lampadario, perché c'entra
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. Poi si senti cantare un gallo e mi venne il dubbio che stesse per spuntare il sole. Cosa faceva Ippolita, che non la sentivo per niente? Se perdeva
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