Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Quell'estate al castello

213702
Solinas Donghi, Beatrice 17 occorrenze
  • 1996
  • Edizioni EL - Einaudi Ragazzi
  • Trieste
  • Paraletteratura - Ragazzi
  • UNICT
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Quell'estate al castello

, stessa spiaggetta sull'ansa del fiume, stessi cieli azzurri sempre uguali. L'altra parte - che poi ero sempre io - non stava nella pelle dalla bramosia

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Andavo sempre in campagna dalla nonna, per le vacanze. Facevamo i bagni nel fiume, giocavamo a briscola e all'ometto nero sotto la pergola del

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me era di averlo trovato proprio qui in casa della mia nonna, e insomma di averlo sempre avuto sotto il naso senza saperlo, mentre non c'era stato in

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qualcosa; ma per il divorzio ero sempre nella nebbia. - E tuo padre? - domandai, per farla tornare a bomba. - Oh, papà è fratello di zio Ottavio: è

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la Vittorina, con gli occhi sempre più sgranati. Pareva come nei film gialli, quando qualcuno è scomparso ma non si è ancora trovato il cadavere e

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bassa, sempre per non svegliare gli idem come sopra; e avanti, zitte e quatte. C'era un silenzio! Da tagliare col coltello, come si dice. Pareva d'essere

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stanno insieme. - E poi forse lo fanno anche per dispetto. Capacissimi. Te l'ho detto che l'hanno sempre avuta antipatica. Ci pensai un momento; e sí

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nuovo pena. Ma cosa mi prendeva, di aver sempre pena della aguzzina della mia migliore amica? Parlottò ancora un po' col marito, sempre molto

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sempre nei periodi di morte civile. Passarono, cosí al rallentatore, tre giorni. La mattina del quarto giorno, prima di colazione, andai in camera sua

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, - non si può nemmeno pretendere che capiscano sempre tutto. Mi sentivo un po' traditora verso la mamma di aver raccontato il fatto dei giornalini, che

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mettevo in bocca (il cucchiaio) ne rimaneva sempre fuori un pezzo (del filo), penzolante dal labbro o appiccicato al mento. Mi venivano i sudori freddi

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- E questo come c'entra? Che roba è? - Il Trovatore: un'opera. La canta sempre mio papà.

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anche alle carte; mia cugina Isa è terribile, vince sempre. Oppure ascoltiamo le canzoni e i ballabili alla radio, e li balliamo. - Con chi? - Con

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sempre lí a pensare ai guai di famiglia di Ippolita e ad avercela con gli zii. Ci divertivamo insieme, eccome, nelle ore che lei aveva libere da compiti e

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portavano due volte al giorno anche in campagna). Lei era sempre nervosa, quando aspettava la posta. Bisognava capirla. Dalla sua mamma in tutti quei

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ritiravano sempre in tempo perché Ippolita non se ne accorgesse. Io non li capivo tanto, quegli sguardi. Sembravano preoccupati, ansiosi; di che? Le

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d'accordo che non mi avrebbe chiamata, cosí potevo sempre dire agli zii che quella mattina non l'avevo ancora vista e non ci eravamo parlate per niente

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