Quell'estate al castello
elegante, anche se l'avessi avuto, non mi sarebbe servito granché. Alla fine mamma si convinse, però ci tenne assolutamente a farmi un vestito nuovo prima
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gioco della dama col trovatore. - Cosa c'è? Cos'hai? - Ero fin spaventata. Di nuovo come quel primo giorno, mi agguantò per mano e mi tirò fino in
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smetterla, che se no cresceva il livello dell'acqua e rischiavamo di annegare tutt'e due. Ricominciò a ridere col singhiozzo, e il momento dopo, giú di nuovo
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paura di scoprire qualcosa che potesse rovinarmi la vacanza. Di nuovo mi sembrò che quella tale farfalla mi toccasse con la punta delle ali. Un tocco
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entrassimo di nuovo in quella grotta.
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vanno d'accordo. Dunque, zitta e mosca. Ippolita intanto aveva di nuovo messo via il ritratto, maneggiandolo con delicatezza, come se lo accarezzasse, e
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la prima grotta, ma dentro il muraglione invece che fuori. Stop di nuovo. - E adesso perché ti fermi? - C'è un muro, non si può proseguire. - Siamo
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giú e la zia la abbracciò. Lei lasciò fare. Stava a testa bassa, senza guardarci. - Non può essere vero, - disse di nuovo. Come un disco che si è
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era passato, per il momento almeno, e che era di nuovo ansiosa di avermi al castello, cosí anche a me ne tornò la voglia, tanto che per pensarci
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informarsi, un bel patatrac. Aveva ragione, niente da dire. Mentre ci pensavo su sentii di nuovo il frrzz frrzz frrzz della pioggia e allora mi scappò
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cose per le lunghe quasi a volontà. Ma la zia di Ippolita non me ne lasciò il tempo. Si spostò di nuovo per andare in salone, era proprio un'anima in
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nuovo pena. Ma cosa mi prendeva, di aver sempre pena della aguzzina della mia migliore amica? Parlottò ancora un po' col marito, sempre molto
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insieme, e che pure il suo nuovo marito era ansioso di rivederla (Ippolita) perché conservava tanto un buon ricordo di lei dall'ultima volta che l'aveva
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sbottonò, viceversa, sulla faccenda che le bruciava di piú, cioè il nuovo matrimonio di sua madre. Le bruciava soprattutto perché lei doveva ben saperlo
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, lunghissimo e larghissimo. Imponente, tanto per cambiare. Uffa: ero di nuovo in soggezione. Mi sentivo una pulce, sotto quel soffitto cosí alto, però una pulce
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alla fronte un sopracciglio color sabbia e ghignò di nuovo sotto i baffi. Non mi ero sbagliata: aveva proprio una faccia umoristica. - Amabili diporti
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veniva di nuovo giú il finimondo. Nelle sale scure del castello, i grandi alzavano gli occhi verso i vetri inondati e dicevano, come si usa in questi
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mise paura. Quando mi trovai di nuovo sola con la mia amica mi era quasi passata la voglia di dirglielo. Tanto parlò lei, subito: - Te lo ricordi cosa
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camera era un po' meno buia quando aprii di nuovo gli occhi. Cominciai ad aspettare che Ippolita passasse davanti alla mia porta. Ci eravamo messe
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