Quell'estate al castello
. - Questo deve essere il serbatoio dell'acqua che serviva per la fontana dell'altra grotta. - Se è cosí ci dovrebbe essere un condotto, di là. Un cunicolo, no
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capiva che era proprio fuori di sé. - Mio zio, dico. Hai visto come ci ha mortificate. Cercai di difenderlo: - Ma no. Ci ha solo prese un po' in giro
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no. Aveva i suoi occhi di puro acciaio inossidabile, mentre lo diceva. - Allora ci vado. Scappo. E tu mi devi aiutare. Lo sapeva da tanto tempo di
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molto meglio di quanto potrei fare io, so che voleva scriverti, anzi la lettera potrebbe già essere arrivata, forse la troveremo a casa, o se no l'avrai
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avventurosi ce ne sono successi sí, a me e Ippolita. Se no cos'è che racconterei, in questo libro? Papà, lui, era stato subito d'accordo di lasciarmi
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lasciarmi incantare, dato che volevo avercela con loro. Non avrei mai avuto il coraggio di dimostrarglielo, questo no, però in cuor mio ero tutta dalla
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smetterla, che se no cresceva il livello dell'acqua e rischiavamo di annegare tutt'e due. Ricominciò a ridere col singhiozzo, e il momento dopo, giú di nuovo
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mi premeva di bloccarla. - No no, - dissi a precipizio, - non è il caso, non stava mica male. Cioè, un po' cosí, ma niente di speciale. - Ma che cosa
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arrivate in fondo, allora! - No, è aperto. Cioè, il muro mi arriva solo alla vita. Aspetta, ora ci guardo. Alzai il raggio della pila, muovendola con
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, almeno nella metà che si vedeva. L'altra era nascosta dallo schienale della panca. (È importante spiegare bene tutto, se no dopo non si capisce.) Il conte
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saperlo: infatti parlava pochissimo. Anche con me. Sí grazie, no grazie dalla mattina alla sera, e come vuoi tu quando le proponevo qualche maniera di
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due, non farla. Credo poi di aver capito una cosa, anche se nessuno me l'ha mai spiegata. L'ho già detto, no, che la madre della mia amica mi era
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camera, che per fortuna non era imponente, non so come avrei fatto a dormirci se no, anzi era normale e perfino allegra - in questo, poco da castello
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Ippolita fece una smorfia. - Ma non cantavano mica cose simili, i trovatori. - No? - No. Cantavano le lodi della loro dama, accompagnandosi col liuto
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bell'e sistemate. Una barbarie, la chiamava Ippolita. Magari proprio una barbarie no, però una barba lo era di certo. Quasi quasi mi veniva da darle
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no! - Mah, sai, io non ci credo mica tanto a queste storie dei tesori nascosti. - Be', nemmeno io, però sarebbe il posto più adatto... O magari c'è
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Quell'estate al castello
casi: - Eh, il tempo si è proprio rotto! - E l'anima no?! - fece Ippolita tra i denti, in maniera che sentissi io sola. Difatti era seccante. Con
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, perché lo avrà fatto? Se dici che ce l'ha antipatica... - Le avrà domandato dove sono finite le sue lettere, no? Da quel che le scrivo io deve averlo
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medesima solita vita di tutti i giorni, mentre io fuggo nientedimeno che a Parigi! quanta compassione mi fate! Invece mi spiegò che no. Anzi, la cosa
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