Quell'estate al castello
Andavo sempre in campagna dalla nonna, per le vacanze. Facevamo i bagni nel fiume, giocavamo a briscola e all'ometto nero sotto la pergola del
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da lei. E tu hai detto che però adesso lo sapevo. Dall'emozione di quello che indovinavo che doveva dire adesso, mi prese la tremarella. A Ippolita
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momento all'altro, però era stata zitta lo stesso, per picca, e cosí aveva sentito tutto. - Bambina!... - esclamò la zia e fece il giro della panca di
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vestito di ieri, quello azzurro; parecchio spiegazzato, per la stessa ragione. E questa ragazzina in bianco e azzurro che sembrava scappata di casa e
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Finito di stampare nel mese di gennaio 1996 per conto delle Edizioni E. Elle S.r.l. presso la Società Editoriale Ergon Ronchi (Go)
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Collana diretta da Orietta Fatucci © 1986, Edizioni E. Elle S.r.l., Trieste © 1996, Edizioni E. Elle S.r.l. per la presente edizione ISBN 88-7926-207
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, non c'è mica niente di male - . Qui tirai fuori la mia scoperta: - In fondo dev'essere un tipo abbastanza umoristico. - Oh sí: specialmente per
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c'era un muraglione a terrapieno, molto alto. Le grotte erano scavate lí dentro. La prima dunque era piú una nicchia, grande grande ma non tanto
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, Orchi Balli Incantesimi 9 Gianni Rodari, La torta in cielo 10 Magdalen Nabb, Rumori di galoppo lontano 11 Antonio Rubino, Viperetta 12 Modiano/Sempé
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Quell'estate al castello p. 9 Per cominciare: progetti di vacanze 16 Il castello 30 Una lettera e un ritratto 43 Esplorazione dei sotterranei 58 La
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naturale, immagino, che ragioni un po' alla stessa maniera, anche se è piú giovane. Non era fatto per capire la mamma; non c'era proprio niente da fare
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. - Questo deve essere il serbatoio dell'acqua che serviva per la fontana dell'altra grotta. - Se è cosí ci dovrebbe essere un condotto, di là. Un cunicolo, no
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profondo e buio che era l'apertura del condotto. Mi catapultai avanti slittando di qua e di là senza piú farci caso, buttai le braccia con pila e tutto
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. - La lettera era sul comodino e ho visto il timbro. Mia madre è a Parigi. Rimasi un po' li. America e Parigi per me era circa lo stesso, tutt'e due
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, immagino, se ci fossero state. Allora anche a me venne la smania nelle mani, dalla voglia di tuffarle là dentro. È una sensazione che bisogna averla
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, ha pubblicato i romanzi La figlia dell'Imperatore (Edizioni E. Elle) e II fantasma del villino (Einaudi Ragazzi). da 10 anni in poi Premio Cento 1986
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spuntate difficoltà per la mia visita al castello. L'unica a fare difficoltà, pare impossibile, fu poi proprio la mia mamma. - Saranno gente di
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Dunque la prima cosa che aveva detto a Ippolita l'impiegato della biglietteria, quello coi baffi stupefatti, era stata per l'appunto: - Viaggi sola
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Cosí la mia vacanza al castello non era finita, come avevo creduto prima. Veramente mi ero quasi aspettata che gli zii di Ippolita mi spedissero via
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cercarla nella grotta e non avessi cantato Suoni la tromba e nemmeno le avessi dato quello schiaffo, certo lei non avrebbe riso né pianto, e allora poco
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Salivamo la strada bianca di polvere, sotto un sole a piombo. Si cuoceva, nell'automobile nera con la capotta piatta. Ippolita, che era in campagna
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. Risultò che il Rarissimo, l'Introvabile, tra loro non c'era, cosí nonna non diventò ricca come Bonaventura, però ne ricavò lo stesso una bella somma. La
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- E questo come c'entra? Che roba è? - Il Trovatore: un'opera. La canta sempre mio papà.
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, - (ah ecco, era un liuto, il chitarrone), - e la dama si affacciava al verone e stava a sentire. Idea! Facciamo un gioco. Tu vai a metterti sul
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Anche se non volevo fare domande il mistero o segreto cominciò a sembrarmi molto più chiaro già l'indomani mattina, quando arrivò la lettera
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ripassi. Un ridere, certe volte! Ci attaccavamo la ridarella a vicenda, io a lei o lei a me, e poi viceversa e versavice e cosí avanti per mezzo
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più la stessa ragazzina che poco prima parlava di chiudersi in un buco nero. Facevamo un tale fracasso che. Remigio e le donne vennero fuori con tanto
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La prima cosa che successe fu che si mise a piovere. Sorpresa sorpresa: chi ci pensava piú, con quel caldo. Uscendo dalla grotta non avevamo fatto
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discorsi fossero solo dei tappabuchi. Frrzz frrzz frrzz faceva la pioggia di fuori, solita sinfonia. Della poca luce che c'era la vetrata coi pavoni ne
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L'indomani mattina, ricordo, mi sono svegliata all'alba. Non ce n'era nessun bisogno; anzi, la mia parte era proprio di alzarmi all'ora solita e far
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