Quell'estate al castello
Belavo che era una pietà, ma almeno mi serviva per sentire meno forte il tututún del cuore.
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un castello con sotterranei. Poi, passato quel primo momento di istupidimento, il solletico dietro le costole diventò cosí forte che per sfogarlo mi
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odore d'umido e di muffa, più forte anzi che in cantina, e un altro odore forte, come di terra marcia, mai toccata dal sole. Proprio allegro non era
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mettere da parte un pezzo di spago di quello forte, per legarla sul portapacchi. Aveva pensato proprio a tutto. Non trovai altro da dire. - Non avrai
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forte: - Ma perché? Non capisco che cosa avesse in mente, ecco: dato che ancora non sa, non c'era ragione di... Non me lo spiegavo tanto, questo
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Quell'estate al castello
catapulta, chiamando forte «Ippolita, Ippolita». Non so dove si nascondessero, m'immagino negli angoli più bui, ma a sentir gridare a quel modo uscirono
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polveroso invece che nei sotterranei del castello. Il mio solletico dietro le costole era sempre piú forte. Sentivo odore di avventura. Il baule era di
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contro uno. - Oh santa polentina! - disse forte la cuoca, si vede che aveva perso la pazienza. Allora la Vittorina rise e anche a noi, di fuori
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forte il passo.
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. Pfff io, sottovoce; pfff lei, piú forte. - Oh santa polentina! - dissi allora. - Santa polentina? Pfff!! Cosí tanto per cambiare finí tutto in ridere e
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capito per forza che non mi sono arrivate. - Scrollò forte la testa, come se le avessi fatto perdere il filo. - Cosa c'entra questo, adesso! Sta' a
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, poi girò di botto, gracchiando un po', ma non tanto forte. All'aperto era molto piú chiaro, però i colori non si riconoscevano ancora. Avevano messo
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