Quell'estate al castello
Era una brutta faccia. Tirata, stravolta, peggio ancora di quel primo giorno quando lei si era tanto offesa che lo zio prendesse in giro il nostro
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faccia dall'emozione. - Se i miei sono contenti, si sa; ma lo saranno sicuro - . Mi venne un dubbio: - E i tuoi? Ippolita spinse un po' in fuori il
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, avran pensato che fosse piú prudente starsene quatti nei nascondigli della volta. Al chiaro del giorno ci siamo riviste in faccia. Eravamo uno
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faccia un tocco leggero, proprio da fantasma; ma appiccicaticcio. Chissà che urlo avrei tirato, se non mi fosse subito venuto in mente, 1° che non
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sbieco sul mio seggiolino - da come voltò indietro mezza faccia col sopracciglio tirato su. Doveva aver capito quasi tutto, Remigio, anche se nessuno
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corrente, fece una faccia strana. Invece di mettersi subito alla ricerca di Ippolita cominciò a raschiarsi la gola e poi venne fuori con una specie di
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su come se avessi preso la scossa e sopra lo schienale della panca vidi la testa di Ippolita. La testa sola, collo compreso. La faccia grigia, da
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di corsa, dopo quello che avevo avuto la faccia di dirgli. Invece si comportarono molto bene, devo ammetterlo. Come se non fosse successo niente
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con le mani troppo grandi, che non sapeva dove metterle né cosa farne. Il conte leggeva un libro, seduto in poltrona. Di faccia a lui una signora
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alla fronte un sopracciglio color sabbia e ghignò di nuovo sotto i baffi. Non mi ero sbagliata: aveva proprio una faccia umoristica. - Amabili diporti
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apro. Non mi tornava giusto che una figlia nel ricevere una lettera di suo padre dovesse fare quella faccia derelitta, tanto che mi scappò detto ancora
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capita questa cosa, che il buio faccia paura, - fece Ippolita, buttando là con una vocetta disinvolta. - A me piace, invece. Sul serio. Andò a sedersi
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cosa era venuta a saperla lo stesso, glielo leggevo in faccia.
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barba che barba che barba. Remigio andiriveniva coi piatti e la caraffa del vino, muto e stilé. Ogni tanto di sotto in su guardavo la sua faccia, che era
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