Quell'estate al castello
qualcosa; ma per il divorzio ero sempre nella nebbia. - E tuo padre? - domandai, per farla tornare a bomba. - Oh, papà è fratello di zio Ottavio: è
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poter contare su di me, dato che ero tutta dalla sua parte. E lo ero, infatti. Solo che, al momento, non mi sentivo piú per niente coraggiosa. - Ma dài
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gioco della dama col trovatore. - Cosa c'è? Cos'hai? - Ero fin spaventata. Di nuovo come quel primo giorno, mi agguantò per mano e mi tirò fino in
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lei, al castello della sua famiglia. Più che contenta: emozionata. - Per me, ci vengo di corsa, - dissi. Il sangue mi aveva fatto ciuff ed ero rossa in
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col sedere nell'acqua. Allora sentii ridere. Qualcuno, in tutto quel buio, stava ridendo di me. - Ippolita? Ormai ero abbastanza vicina al buco
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, stessa spiaggetta sull'ansa del fiume, stessi cieli azzurri sempre uguali. L'altra parte - che poi ero sempre io - non stava nella pelle dalla bramosia
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: c'è da ritirare la mia bicicletta. Questo per dire come pareva tranquilla, Anche Remigio ne restò meravigliato. Me ne accorsi - siccome ero seduta di
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ero entrata in sala da pranzo col cuore nei tacchi dei sandali, dall'apprensione. Almeno, io lo sentivo circa a quel livello li. C'era già la contessa
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sottovoce. Capivo solo pissi pissi pissi, e sí che ero seduta di fronte, su una specie di sgabellino ripiegabile che si tirava giú quando serviva. (Non ce
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Cosí la mia vacanza al castello non era finita, come avevo creduto prima. Veramente mi ero quasi aspettata che gli zii di Ippolita mi spedissero via
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. Intanto i tuoi non ti hanno mai fatto nessun torto. Allora mi venne l'ispirazione di raccontarle di quella volta che la mia mamma mentre ero a scuola mi
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? - Credo che in quel momento non mi sarei molto meravigliata se mi avesse detto che era di gesso, o magari di cartapesta, tanto ero delusa. - Voglio
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alla fronte un sopracciglio color sabbia e ghignò di nuovo sotto i baffi. Non mi ero sbagliata: aveva proprio una faccia umoristica. - Amabili diporti
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il giorno dell'arrivo), mentre Ippolita era a lezione con la signorina Ricciarelli. Io mi ero messa in ingresso ad aspettare che finissero. Non ci
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tu, ecco. Da questo discorso si potrebbe già capire che aveva dei sospetti, per ora non dico quali perché non ero ancora al corrente. Al momento non ci
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sognato di mettere il becco! Ma c'ero io. Ippolita non era del tutto abbandonata. Io potevo e dovevo fare qualcosa per impedire questa marcia ingiustizia
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dormivo, non me ne ero accorta? Mi alzai a piedi scalzi e andai a sbirciare dalla finestra, tirando su appena lo sportelletto di una persiana. Macché sole
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