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Quell'estate al castello

214004
Solinas Donghi, Beatrice 31 occorrenze
  • 1996
  • Edizioni EL - Einaudi Ragazzi
  • Trieste
  • Paraletteratura - Ragazzi
  • UNICT
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Quell'estate al castello

Finito di stampare nel mese di gennaio 1996 per conto delle Edizioni E. Elle S.r.l. presso la Società Editoriale Ergon Ronchi (Go)

Quell'estate al castello

spuntate difficoltà per la mia visita al castello. L'unica a fare difficoltà, pare impossibile, fu poi proprio la mia mamma. - Saranno gente di

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. - Questo deve essere il serbatoio dell'acqua che serviva per la fontana dell'altra grotta. - Se è cosí ci dovrebbe essere un condotto, di là. Un cunicolo, no

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degli animali 5 Leo Lionni, Le favole di Federico 6 Mario Lodi, Il soldatino del pim pum pà 7 Gianni Rodari, Prime fiabe e filastrocche 8 Roberto Denti

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da lei. E tu hai detto che però adesso lo sapevo. Dall'emozione di quello che indovinavo che doveva dire adesso, mi prese la tremarella. A Ippolita

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A Camilla Salvago Raggi, l'amica di tutte le stagioni

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col sedere nell'acqua. Allora sentii ridere. Qualcuno, in tutto quel buio, stava ridendo di me. - Ippolita? Ormai ero abbastanza vicina al buco

Quell'estate al castello

Beatrice Solinas Donghi Quell'estate al castello Illustrazioni di Emanuela Bussolati

Quell'estate al castello

BEATRICE SOLINAS DONGHI QUELL'ESTATE AL CASTELLO Illustrazioni di Emanuela Bussolati

Quell'estate al castello

Einaudi Ragazzi Storie e rime Invitata al castello degli zii dell'amica Ippolita, Gina vi trova tutti gli ingredienti di un'avventura memorabile

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Era una brutta faccia. Tirata, stravolta, peggio ancora di quel primo giorno quando lei si era tanto offesa che lo zio prendesse in giro il nostro

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profonda, e qui di misteri non ce n'erano, con un'occhiata si vedeva tutta. Era bello, però. Il fondo era fatto a conca ed era pieno d'erba lunga e

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, immagino, se ci fossero state. Allora anche a me venne la smania nelle mani, dalla voglia di tuffarle là dentro. È una sensazione che bisogna averla

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capiva che era proprio fuori di sé. - Mio zio, dico. Hai visto come ci ha mortificate. Cercai di difenderlo: - Ma no. Ci ha solo prese un po' in giro

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pozzanghere. Un cappelletto di tela bianca in testa, per il sole, e sotto il cappelletto le trecce già un po' disfatte per via della biciclettata. Il

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rampicante, io, i miei fratelli e mia cugina Isa che veniva da Casale, piú un paio di altri cugini sotto Ferragosto. Nonna ci faceva dei gran minestroni con

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qualcosa; ma per il divorzio ero sempre nella nebbia. - E tuo padre? - domandai, per farla tornare a bomba. - Oh, papà è fratello di zio Ottavio: è

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parte della panca (che era di quelle doppie). Il maresciallo naturalmente avrà creduto che si facesse vedere; poi non bisogna dimenticare che voleva

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Quell'estate al castello p. 9 Per cominciare: progetti di vacanze 16 Il castello 30 Una lettera e un ritratto 43 Esplorazione dei sotterranei 58 La

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? Non poteva negarlo, dunque disse: - Già. - Ma a Parigi ti aspetta qualcuno? Qui andava sul sicuro: - Sí, mia madre. - E come ti chiami, di' un po

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Cosí la mia vacanza al castello non era finita, come avevo creduto prima. Veramente mi ero quasi aspettata che gli zii di Ippolita mi spedissero via

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raccontò tutti quei particolari della sua fuga. Non ce ne stancavamo mai né io né lei, tanto è vero che li ho imparati a memoria. Di quello che aveva

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Salivamo la strada bianca di polvere, sotto un sole a piombo. Si cuoceva, nell'automobile nera con la capotta piatta. Ippolita, che era in campagna

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Eravamo tornate da un po' in città e a scuola e Ippolita viveva già con suo padre, quando si terminarono di valutare i francobolli dello zio Pio

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balcone e fingi di essere la dama e io di quaggiú ti faccio la serenata. - Se mai toccherebbe a te di far la dama, - trovai da ridire, - sei tu che hai i

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e tondo di paglia, borsa grande e quadrata pure quella di paglia, e i baffi. Non sarà gentile dirlo, però li aveva davvero. Niente di spettacoloso

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Ma ci sono un sacco di altre cose da dire, prima che si arrivi a quello che doveva succedere poi. Non bisogna mica credere infatti che stessimo

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più la stessa ragazzina che poco prima parlava di chiudersi in un buco nero. Facevamo un tale fracasso che. Remigio e le donne vennero fuori con tanto

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caso che la gran luce che ci aveva abbagliato era riflessa da un nuvolone di quelli ammucchiati su alti alti come torri. Poi l'abbiamo visto; era

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. Gli zii parlavano tra loro di gente noiosa che non conoscevo, con l'aria che non gliene importasse niente nemmeno a loro. Insomma, come se quei

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L'indomani mattina, ricordo, mi sono svegliata all'alba. Non ce n'era nessun bisogno; anzi, la mia parte era proprio di alzarmi all'ora solita e far

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