Quell'estate al castello
Finito di stampare nel mese di gennaio 1996 per conto delle Edizioni E. Elle S.r.l. presso la Società Editoriale Ergon Ronchi (Go)
Quell'estate al castello
Premio Andersen «Baia delle Favole» 1987 ISBN 88-7926-207-6
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. Però rimasi lo stesso molto contenta quell'anno che la mia amica Ippolita mi domandò se mi andava di passare una parte delle prossime vacanze con
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paura di scoprire qualcosa che potesse rovinarmi la vacanza. Di nuovo mi sembrò che quella tale farfalla mi toccasse con la punta delle ali. Un tocco
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una specie di nicchia nella parete di fondo. Forse era quello l'ingresso del condotto. - Palpitante! - disse Ippolita: era una parola delle sue. (Di
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, falso-giulivo, al solito, del bel tempo che era ritornato e delle passeggiate che potevamo fare per approfittarne. Io sola sapevo che ci sarebbe
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, puoi dire delle mezze parole, cosí nel vago. Oppure, idea! ecco come si può fare. Stasera quando andiamo a letto ti dico che mi sento poco bene
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comando dei carabinieri dovesse esserci come una cella, magari con delle sbarre, per chiuderci i delinquenti. Invece a vederlo cosí era un ufficio come
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prima, quando parlavamo e ridevamo quasi in continuazione: capacissime di ridere come matte anche delle storie terribili sulla botola dello scheletro
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in questa casa un tesoro, una volta, c'è stato davvero! - Oh mamma, - faccio io, ridendo, - non vorrai ricominciare con la storia delle monete d'oro
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si slanciasse all'insú, piú su delle cime degli alberi, ancora piú su della banderuola di ferro in cima alla torre. - Ma è... è bellissimo, - dissi
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.... Mi veniva proprio benino e ci stavo prendendo gusto, quando, patatrac! chi ti esce fuori come se niente fosse da un vialetto tra le siepi delle
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, qualsiasi cosa si facesse, passeggiata o altro, a una data ora non c'erano santi, doveva fare i compiti delle vacanze, una certa quota al giorno. Io mi
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passava dall'ingresso di servizio, dove c'era una porta a vetri che dava in cucina. Si sentivano benissimo, dentro, le voci di Remigio e delle donne che
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quell'acqua saltava anche la nostra esplorazione delle grotte. Veramente, se c'era un posto dove si sarebbe state al riparo dalla pioggia era proprio là
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e disfare, nasconderle le lettere, anche chiuderla a chiave per delle settimane, se volevano! e nessuno ci avrebbe fatto caso, nessuno si sarebbe
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fuori delle bottiglie vuote per lo straccivendolo, e lei le vide nere, mentre sapeva che erano di vetro verde. Poi vide un'altra cosa, che le fece
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