Quell'estate al castello
Gianni Rodari, Fiabe e Fantafiabe 25 Francesco Altan, Kamillo Kromo 26 C. Lastrego/F. Testa, La Giovanna nel bosco 27 C. Lastrego/F. Testa, Benvenuto
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bassa, sempre per non svegliare gli idem come sopra; e avanti, zitte e quatte. C'era un silenzio! Da tagliare col coltello, come si dice. Pareva d'essere
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una cosa. Te la dico perché sei mia amica, ma guarda che è un segreto. C'era davvero, allora, il segreto o mistero. Mi pareva bene. - E tu dilla. - Non
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ero entrata in sala da pranzo col cuore nei tacchi dei sandali, dall'apprensione. Almeno, io lo sentivo circa a quel livello li. C'era già la contessa
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n'è piú di sgabellini nelle auto di adesso. Questa era molto bella, dentro, come un salottino tutto foderato di velluto. C'era perfino un vasetto smilzo
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piangeva; tanto piú se non piangeva, anzi, per via del famoso groppo sul cuore. C'era da aspettarsi di tutto da una ragazza in quello stato, perfino che
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quello, e mica solo per portare i saluti. C'era chi veniva a farsi dare un consiglio, chi voleva una raccomandazione o delle ripetizioni di latino. Il
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piacevano molto. C'ero rimasta male, soprattutto per il tesoro e le prigioni sotterranee. Non c'era da sperare di trovarne, in un castello imitato
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il caldo, questo è vero. (C'è da dire infatti che continuava a fare un gran caldo, la signorina Ricciarelli quando arrivava alle nove e mezza aveva
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guic! La prima cantina però fu un po' una delusione. C'erano solo bottiglie e damigiane, insomma le cose normali di tutte le cantine. La seconda, che
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mattina, mentre tirava la bici a forza di braccia su per la rampa di scalini che portava al viale del parco. (C'era un dislivello, perché il castello
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