Pop art
Dopo i commestibili, o almeno in concomitanza con questa serie che resta sempre aperta, Oldenburg, a cominciare dal 1963, fa perno su un altro genere
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in sé l’intera forma dell’oggetto. Da Frammento di sigaretta, Calze verdi, 7 up, Braccio forte, Fianchi rossi (sempre del 1961), gli oggetti e le
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casseruola e con un buon assortimento di vivande (Fornello, 1962) e ad una Vetrina con pasticceria (sempre 1962), fino a coinvolgere nella simulazione un
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filigrana le vecchie frustrazioni e le paure che lo hanno spinto a riplasmare la realtà; nella fragilità della finzione traspare pur sempre la durezza di
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Ogni artista provvede la sua opera di un certo numero di agganci per attirare lo spettatore, come la creazione di un linguaggio porta sempre con sé
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braccio ripiegato, più che di scompostezza, è indizio di tensione. La giustezza di questo atteggiamento di un anonimo cittadino nello spazio sempre
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la mise en scène, in cui gioca sempre un ruolo centrale la luce. Segal ha costante cura di ritagliare lo spazio luminoso attorno alle figure
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contrasto, e più raramente come tutto bianco o come controluce, la luce risulta sottoposta sempre a forzatura allo scopo di fermare, folgorandola con taglio
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L’anonimo che è accumulo, quantità, sempre eguale, privo, non dico di speranza, ma anche solo di effettivo mutamento, lo portano sempre con loro: la
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deliberato; giacché Lichtenstein dà sempre l’impressione di sviluppare fin nelle logiche conseguenze ipotesi precedentemente stabilite. L’interesse di
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Che cosa diventi poi un capolavoro che ha subito simile mediazione, lo dimostrano sempre empiricamente le brillanti copie di Lichtenstein. Uomo a
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, non fosse altro dell’ordine statistico che, abolendo qualsiasi novità, livella preventivamente ogni avvenimento sull’uniformità del sempre eguale
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, invece, il suo intento diverso lo raggiunge sempre: interessarci per un attimo vincendo la nostra curiosità per inerzia e abbandonarci subito dopo
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Non di meno è sempre possibile accusare l’americano d’indulgere agli stessi errori della cultura consumistica. Sulla sua tela il cordoglio della
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Un caso a sé è rappresentato dall’eclettico e abilissimo Larry Rivers, che semmai appartiene ai pionieri e ai fiancheggiatori della pop, ma sempre
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messaggio specifico, raccogliendone un’esplosiva serie dal titolo La Francia dilaniata. L’artista ha sempre valutato il suo gesto di lacerare il
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«storiche» con una vena pienamente sentimentale e nostalgica, ma corretta pur sempre da un timbro roco che appartiene ad ogni parlata popolaresca.
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indirettamente è l’attenzione che Alberto Burri ha sempre rivolto alla materia e all’oggetto ad orientare il lavoro degli artisti italiani, come il suo
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l’esperienza professionale del pittore, ciò che si è sempre inteso con la parola mestiere, come le diverse applicazioni dei colori e perfino l’atto
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Così si consolida sempre più la convinzione che ciò che è rilevante è proprio quanto si vive e si spende in comune: e vale a dire tutto l’aspetto
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tipografici e matematici quasi sempre in nero. Le pause bianche mettono in tensione i pieni; il gesto si blocca nel segno di chiaro impianto
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affiora di nuovo la natura; e giacché nella natura finisce per sfociare anche l’uomo storico e tecnologico, simile orizzonte riconduce pur sempre alla
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è fatta del mondo. L’immagine di Pollock è sempre gremita, dal momento che mette in gioco la totalità delle cose; quella di de Kooning appare sempre
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sempre la possibilità di porsi in un rapporto ingenuo con la società, nella condizione di chi non conosce l’immediato risvolto economico di ogni
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sostanza ci si era sempre riferiti: l’universo cittadino.
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interezza, come si può impiegare un sillogismo. In un certo senso l’inventore del ready-made prende sempre di petto la totalità: con un sol colpo bene
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scomposta e mobile pienezza, e per agganciarla occorre forzare le nostre abitudini etiche e percettive, che sono sempre scelta di un settore da
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Simile impresa mette sempre in primo piano il tempo e il presente, giacché non esiste immersione, vita che si effonda e si esalti se non al presente
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La struttura dell’opera, come quel presente con cui aspira ad identificarsi, non ha centro: l’ordine è sempre il risultato di una selezione e come
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collega allo squisito Joseph Cornell), ma la chiave risolvente sfugge sempre di mano: di ogni avviata interpretazione puntualmente i nessi vengono
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spessore del passato culturale. Negli intersecati piani temporali del silk screen trova sempre posto la riproduzione della Venere di Velàzquez.
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l’ostacolo dell’oggetto. In tal modo con accorgimenti sempre nuovi, ma in sostanza sempre omogenei, Rauschenberg ha affrontato e risolto il compito
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Dopo questa splendida apertura, Johns procede nel lavoro attraverso modifiche e successivi arricchimenti, conservando però sempre due costanti
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o l’ombra dell’oggetto, che confermi ancora una volta il primato della pittura. Non di meno tale primato passa sempre attraverso il rispetto del dato
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attorno all’oggetto e all’immagine uno spettacolo chiuso e rarefatto rigido come un cerimoniale o uno stilizzato quadro scenico, avendo sempre cura d
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, e adesso universalmente deprecato, che ha sempre posto un salto fra le faccende della vita e quelle dell’arte. Ora le distinzioni tendono al
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cinque o lo zero. L’insieme cui si riferisce un’opera pop costituisce sempre una serie: è la successione narrativa dei comics di Lichtenstein; è l
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’immaginazione, comunque sempre nel moto di una esperienza orientata dal visivo, dal quantitativo, dall’anonimo, dall’artificiale.
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Sembra non esistere più una comunicazione e un’esperienza unica e privilegiata, ma sempre scambiabile e quantitativa. Puntualmente nel nostro ambito
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determinata dall’enorme sviluppo tecnologico e da sempre più vigorosi processi di massificazione. A questi temi la Pop Art offre una risposta parziale
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prepotente gioco degli umori resta ancorato sempre ad una chiara esplorazione concettuale. Ogni cosa, si è detto, ha inizio dall’oggetto (dacché il
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In Pala e Falciatrice del 1961, come in Una falce e Coltello rosso del 1962, la presentazione dell’utensile è sempre frontale: noi, come l’artista
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Sempre più palesemente Dine introduce nella sua opera lo spessore dei suoi personalissimi umori, si abbandona a fare dei commenti attorno allo stato
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conto del come si fanno i quadri. L’immagine risulta sempre modellata sulla cosa, ma la riscoperta dell’autonomia dell’arte così prossima alla gratuità
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centro gravitazionale resta pur sempre spostato sull’oggetto che continua a far mostra di sé fuori dal quadro. Se dimenticassimo, infine, che il
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Sempre attivo in Claes Oldenburg, il sottofondo onirico meglio ancora che psicologico imprime una costante distorsione ad ogni frammento ricreato
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maggiormente inquadrabile invece negli schemi dell’avanguardia. La contestazione giovanile appare sempre più come un episodio clamoroso, proprio per
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Proprio quell’avanguardia che non ha mai inteso chiudersi nel cerchio autonomo, splendido ma irrespirabile dell’arte, ma che si è proposta sempre di
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’imitazione? Insomma, che senso ha impiantare un sistema secondario, parassitario e pleonastico? Perché costruire un doppione che si associa sempre in
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— potrebbe essere questa la caratteristica saliente del moderno —, a causa dei processi sempre più serrati di massificazione e di standardizzazione. Simile
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