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stessa sorte tocca al Telefono molle (1963) e al Tubo (1964), forse tra tutti gli oggetti di Oldenburg quello più voluttuoso e morbido al tatto
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un dato bruto, e l’unico strumento di approccio che a noi rimane è quello percettivo. La donna seduta al tavolino (Donna al ristorante, 1961) si dà a
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la facilità e il sollievo del commento verbale, quello dell’americano, dopo la sorpresa del primo contatto non agevole, costringe al silenzio, ed è
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doppiamente ingannevole. Chimerico perché si fonda sul più sconcertante meraviglioso, quello che occupa in permanenza il nostro orizzonte percettivo, così che
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, quello del surrealismo in genere e di René Magritte in particolare, da cui prende in gran parte lo stesso metodo di dislocazione e di giustapposizione
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diventa l’esperto in un ramo particolare: nel suo caso quello della comunicazione visiva che si esplica attraverso il genere inflazionato del fumetto. La
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contesto narrativo del cartoon a quello emblematico della tela provoca una fondamentale correzione nel campo visivo: angolato ora con un’inquadratura
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valore narrativo è nullo, mentre quello puramente rappresentativo ed espositivo è massimo. Questo terzetto d’immagini del 1961 apre una serie splendida
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quotidiano delle pulizie. Dei tagli sorprendenti come quello che raccorda, attraverso cinque dita, un occhio, il naso e la bocca, il colletto dell’uomo alle
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Dal lavoro che sin qui ha accumulato, l’americano tira adesso una conclusione inevitabile: come tutti i linguaggi commerciali, anche quello del
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risuonare amarissimo) del linguaggio industriale. Linguisticamente è difficile concepire un divario più grande di quello che separa il gesto artigianale
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circolazione, quello fotografico, divenuto ai nostri giorni un fenomeno abnorme. Se si pensa che l’arte moderna, con la riflessione di Baudelaire e con la
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Come ogni metodo risolutivo, anche quello serigrafico di Warhol è stato preceduto da un periodo di ricerca durante il quale l’americano ha fatto uso
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’inganno del trompe-l’oeil. Il suo sguardo ricorda quello di un uomo che osserva la réclame di una vetrina, abbandonandosi da naïf al piacere del puro
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è dato rintracciare un itinerario parallelo a quello americano, la presenza di tendenze oggettuali, cioè un’attenzione rivolta alla scena urbana e all
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artistica viene così trasferita globalmente dal livello esistenziale dell’individuo privato a quello massificato e pubblico dell’uomo comune che sta nascosto
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vamp 6. In alcuni quadri di Alberto Burri un brandello di stoffa, una striscia di sacco, una calza di nylon nera sembrano valere per quello che sono
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vera tendenza o una stringente poetica. Un uso esatto del termine è quello in cui l’analisi approfondita degli artisti sommariamente indicati dalla
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maggiormente carico d’implicazioni psicologiche: quello degli oggetti familiari della casa.
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stesso Kaprow si deve un concetto base per l’orientamento di tutta l’avanguardia americana: quello di environment (ambiente), con cui si vuole
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verso quello della realtà per poi riportarlo immediatamente indietro: e la sedia di Pilgrim (1960), su cui ci siamo seduti nell’atelier, scopriamo che
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maniera pregnante il tema della comune ricerca e di fornire alcuni strumenti ed un bagaglio teorico con un paio di concetti-chiave. Primo tra tutti quello
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, una volta superato quello iconografico. Più che nella scelta di un fenomeno in confronto di un altro, la libertà si manifesta oggi nel modo di
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riconosce il mondo reale per quello che è, con uno scrupolo di obiettività il più possibilmente sgombro da preconcetti e da amplificazioni sentimentali
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’oggetto è quello di moltiplicarsi, e Dine è pronto a seguirne la serialità, il suo ordinarsi in sequenza. Prima ha presentato la pala singola ed ora
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lato oggettuale della cosa, ma non arriva ad individuare tra loro un legame più stretto e più giusto di quello meramente spaziale della contiguità
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una donna con quello di compilare la sua schedina segnaletica. Per la prima volta il ricalco fa la sua comparsa in Dine in certi particolari di Cinque
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destino di questi colori e di questi contorni abili e trasandati coinvolge quello dell’uomo, di un io intimo sino all’autobiografia, ricordiamo che il nome
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che conoscenza del mondo quotidiano, giacché non investe tanto il piano dell’obiettività quanto quello della partecipazione soggettiva. Una sorta di
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americano non ha mai avuto paura di guardare in faccia quello che, nella loro ispirazione, molti surrealisti hanno invece nascosto ed impreziosito: una
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» artificiale e seconda, rientrando in quello scintillante scenario dove tutti noi oggi fluttuiamo, con, indifferentemente, al suo centro o alla sua
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Anche la Pop Art, come il suo precedente immediato, il Neo-Dada, rientrano nell’avanguardia, ma in un episodio che oggi sappiamo ultimo, quello che è
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, la stessa prevalenza del momento estetico compromesso con la vita — su quello artistico — rivolto invece alla compiutezza dell’opera — non
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instaurata fra i due sistemi, quello artistico e quello massificato, una perfetta identità ad un tempo iconografica, tecnico-formale e comunicativa, con l
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mondo o, con maggiore concretezza, il campo visivo dell’artista, al pari di quello dell’uomo comune, è già colmo, saturo di per se stesso d’immagini
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organizzate, si sono addossate, fra gli altri compiti, anche quello centrale di smascherare simile opacità del reale, di svelarlo, di portarlo alla luce. Per
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