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’americano in generale e su quella di Oldenburg in particolare.
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visivo. Adesso lo sguardo non potrà più scorrere distratto su quella superficie liscia e opaca su cui si annullano i contorni dei volti e degli oggetti
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a cedere il passo a quella di anonimo. L’anonimo definisce la condizione dell’individuo nella folla e nel tessuto della metropoli, uno strato denso
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sottolineato, la messa a fuoco dell’immagine, vuol dire pervenire a mettere anche in luce quanto di rituale c’è sempre nella vita, pure in quella più spenta
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e i profili sopravanzano di gran lunga la massa delle membra, e se esiste una tradizione formale rispettata è quella del finito levigato.
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La situazione che Rosenquist raffigura appare eminentemente equivoca ed aperta; non è nemmeno sintetica come quella del manifesto pubblicitario, ma
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fantastica mira a creare associazioni; tende in una parola ad unificare; ed è per tale motivo che essa può incontrare e sposare quella ricerca di
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traduce in una sorta di indagine empirica e critica (l’unica libertà di cui si vale è quella critica), e la grande modernità di Lichtenstein consiste
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surrogato dell’aura che i contenuti volgari della narrazione addossano all’immagine, utilizzando, in qualità di alleata, proprio quella tecnica
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della promozione dei valori visivi, il viluppo Art Nouveau arriva a disporsi lungo una linea storica, quella della grande tradizione francese, dove la
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Pur conducendo fin qui una sorta di esercitazione su un materiale trovato (anche quella del fumetto è un’image trouvée), Lichtenstein va oltre lo
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dal riconoscimento della profonda razionalità del dato meccanico. L’ottica che guida questo lavoro solo in via secondaria è quella naturale della vista
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. Ed è proprio tale obiettività e mancanza assoluta di turbamento a distinguere la misurazione di Lichtenstein da quella di Jean Tinguely sempre nei
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di soggetto e di singolarità spinta fino ad una pittoresca idiosincrasia, ha ceduto l’intero posto a quella collettiva. Quanto c’è in comune oggi tra
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una volta in uno stato di distacco oggettivo. Simulando la fedeltà, quella del riporto e dell’ingrandimento pantografico, facendo finta di stare alla
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apparenze materiali ha trascinato con sé anche quella del linguaggio fotografico. La scelta di Warhol presenta appunto questo carattere duplice. A partire
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Allora la morte, quella che corrode il maquillage di un volto mitico e quella regolare e catalogata per sciagura automobilistica. Al di là di macchie
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soli, a coppie o in file interminabili su tutte le pareti, mai fioriti e che non sfioriranno mai. Se esiste ancora natura è quella che si alleva
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, quella di New York, della scacchiera di strade e della folla di uomini serrati entro i confini di Manhattan. La persistenza della scena ha consentito di
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’è quella della Pop Art. In Germania un impiego interessante del materiale fotografico è fornito da Lueg e da Richter. Mentre Konrad Lueg ripete in
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proprio ambiente, con quella piccola o vasta fetta di realtà che gli viene incontro. Con l’accorgimento preliminare di considerare tutti i materiali e i
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. Ma è proprio quella dell’eccezionale la categoria che l’Espressionismo astratto, forzandola al massimo, ha almeno per il momento reso inutilizzabile
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genere tutto l’informale, corrisponde pienamente a quella condizione di «attesa del miracolo», in cui Walter Benjamin scorge lo scopo segreto, seppure non
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europeo, contraddice dolorosamente la genesi intima dell’opera, non così quella di un hamburger di Oldenburg, che accetta l’universo merceologico fino a
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diversa ubiquità che la nuova opera presuppone, quella del singolo nella folla e nell’intreccio di strade della metropoli. Col Neo-Dada una città sentita e
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rispecchiare quella dell’uomo stesso e della sua convivenza storica minacciata. Il primo connubio avviene infatti fra il gesto del pittore e l’oggetto
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, non già per la volontà del pittore di prendere possesso delle cose e di dominarle razionalmente o emotivamene, bensì per quella d’immergersi in esse
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incrociato di questa attualità viene meno lo schermo che divide ancora l’esperienza privata da quella pubblica, la vita della propria stanza da quella
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appare giustificato introdurre il concetto di biografia17: quella di un uomo compromesso con tutte le manifestazioni della realtà, rovesciato all
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di fronte alla bandiera ma a quella specifica bandiera: il cammino procede in modo paradossale dall’universale istituzionalizzato al particolare, all
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L’identità di mondo-quadro vivente rientra nella poetica di Rauschenberg 25, ma pure in quella del coreografo Merce Cunningham, così che una comune
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, per quanto nascosta dietro la disinvoltura dell’ironia poetica, gioca palesemente fra la realtà del quadro e quella dell’immagine empirica. Insomma ci
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Gli ovvi precedenti di tutta questa strumentazione si ritrovano i Rauschenberg ed in Johns, ed anche in quella figura di passaggio fra Neo-Dada e Pop
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quella singola, ma sulla molteplice esperienza pùbblica. L’approccio per penetrare nel mondo oggi non può essere che sociale e collettivo. Ogni singolo
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distinguere l’esperienza del singolo da quella di tutti. La dissoluzione dell’individuo eccezionale ha collocato in primo piano l’uomo comune che, in
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È stato così messo in moto un processo allo scopo di ripossedere quella sola esperienza che ci è data oggi: l’esperienza anonima ed intersoggettiva
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la dovuta precisazione che, soprattutto nel caso degli artisti americani, si tratta di quella particolare cultura popolare di oggi che risulta tale per
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questioni ontologiche, non ultima quella dei rapporti che intercorrono fra l’uno e i molti, il singolo e il molteplice.
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Una delle prime facoltà chiamata in causa è quella linguistica; con essa si cerca di raggiungere l’oggetto, di classificarlo distinguendolo da ogni
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, appare ricalcata materialmente e psicologicamente su quella dello specchio (ancora).
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condizione onirica, in quella dell’oziosa, cedevole, voluttuosa infanzia, dove gli oggetti non oppongono alcuna resistenza ma si mostrano anzi pronti ad
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Di fronte ad una costrizione come quella dell’utilità, l’infanzia e il sogno di Oldenburg si accordano prima di tutto nel privare di serietà le cose
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secolo. Quella del Neo-Dada e della Pop Art non è affatto un’avanguardia surriscaldata e radicale ma è piuttosto fredda, da pensiero conservato in
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anni nell’arte americana si sono succedute due diverse ondate, e la seconda ha retrocesso automaticamente la prima su quella posizione, ad un tempo
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