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pittore, le sue prime sculture risalgono al 1958, ma è solo del 1961, con L'uomo al tavolo, il suo primo esempio di figura in gesso modellata
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È questo il problema affrontato da James Rosenquist: ciò che il pittore americano esprime molto concretamente quando afferma che sta come «vivendo in
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fruitore, il pittore si è impegnato a rendere manifesta simile azione e perturbamento interno, svincolando però il quoziente fantastico dell’immagine
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della vita della coscienza. E non di meno è proprio la pubblicità a fornire al pittore il suo variopinto cinémascope: per recuperare l’energia e il
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a misura proprio delle difficoltà cui va incontro; e gli strumenti di cui dispone il pittore sono quelli dell’analogia e del contrasto, dettati dalla
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Ma detto questo, è pure giusto sottolineare l’impegno propriamente originale del pittore americano di far scattare più fermamente il fantastico dagli
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ruolo compete tuttora al pittore? La risposta di Lichtenstein è che l’artista non è altro che un tecnico dei fenomeni formali e percettivi, ed in
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Per di più apparente, la tautologia in Lichtenstein si dimostra soltanto un’astuzia critica che, sbarazzando il pittore di ogni preoccupazione
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di efficacia e di equilibrio formale. Ma, si badi, non avendo intenzione il pittore di annullare l’immagine (nel qual caso basterebbe ricondurla al
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visiva dei due profili che, riempiendo il campo focale, vogliono alla lettera toccare i nostri occhi. Il pittore pone la più sottile cura nel trattenere
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Significativamente il pittore è costretto a rinunziare al dispersivo piano americano dei suoi personaggi iniziali del 1961 e, serrando l’immagine in
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presa, l’immagine del pittore americano costringe ad articolare e a distinguere; là dove invece la corrispondente vignetta del fumetto offre la sola
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Ora, nelle copie che fra il 1962 e il 1963 il pittore ricava da alcuni capolavori dell’arte moderna, il punto di partenza non è certo l’originale
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del pittore, divenuto epicamente parossistico ed eccentrico nell’Espressionismo astratto, dal cliché tipografico. Queste immagini di Lichtenstein ci
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propongo no fin dal 1956 le sue Proposizioni monocrome, che sono semplici rettangoli ricoperti con un unico colore. «Io sono il pittore dello spazio
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Sono, ad esempio, noti i rapporti di collaborazione di Paolozzi con Richard Hamilton, vale a dire con un pittore che si è soliti collocare all’inizio
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analitica; il pittore si mostra interessato meno all’iconografia e più alla deformazione e alle novità visuali introdotte dai mezzi di comunicazione di
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l’esperienza professionale del pittore, ciò che si è sempre inteso con la parola mestiere, come le diverse applicazioni dei colori e perfino l’atto
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valore di altrettanti segni, e tutto il loro insieme compone il vocabolario personale elaborato da un pittore introverso e meditativo.
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da tappezziere che da pittore, arriva a modulare la stessa superficie mediante il variare delle imbottiture spesso aggettanti fuori dal piano
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. All’estremo limite della propria tensione personale, il pittore d’azione arriva a possedere (Pollock) o a sconvolgere (de Kooning) l’immagine che si
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rispecchiare quella dell’uomo stesso e della sua convivenza storica minacciata. Il primo connubio avviene infatti fra il gesto del pittore e l’oggetto
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, non già per la volontà del pittore di prendere possesso delle cose e di dominarle razionalmente o emotivamene, bensì per quella d’immergersi in esse
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confronti dell’oggetto, ed a ciò provvede il pittore della bandiera USA. Vedere e contemplare si trasformano così in un’azione di pignoleria attiva con
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americana) o captanti (le strisce concentriche del bersaglio). Il pittore intende mettere in risalto gli elementi d’immagine contenuti nelle cose, con una
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inzaccherato della realtà ordinaria. Il pittore assomiglia un po’ ad un signore che non voglia sgualcirsi i polsini e il colletto della camicia grigio
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’oggetto accaparra su di sé ogni forma d’attenzione; un fatto che fa scartare immediatamente al pittore la soluzione equivoca ma perfetta di Jasper Johns
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All’origine di questa trasformazione c’è un interrogativo: porsi da pittore la domanda di cosa sia l’oggetto (il mondo), vuol dire provocare con
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pittore affida sempre una preminenza frontale agli oggetti mirando a stabilire un rapporto di tesa fissità, tra tutti i luoghi spaziali più
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Tuttavia Dine è soprattutto pittore, vale a dire esperto in linee ed in colori, ed è pittorica la facoltà che mette più volentieri in gioco. Per
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non liberarsene del tutto, tentare almeno i primi passi sulla strada del gratuito. L’arbitrarietà fa appello alle doti di pittore che sono in lui. L
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. Dopotutto lo spazio della tela non è che lo spazio di una finzione, così che il pittore vi può tracciare sopra una, due, tre tavolozze proclamando
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che l’estensione dell’interrogativo che il pittore (l’uomo) rivolge a se stesso: per questo la frontalità, che rimane l’impostazione di ogni sua opera
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Nella Pop Art si assiste alla piena presa di coscienza di questa nuova situazione, che rimane pur sempre una scoperta allarmante per un pittore e per
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