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’interesse destato dalle cose stesse: essendo questo interesse altissimo, l’ottica cerca di abolire ogni intervallo, e l’oggetto tende a crescere, a
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in sé l’intera forma dell’oggetto. Da Frammento di sigaretta, Calze verdi, 7 up, Braccio forte, Fianchi rossi (sempre del 1961), gli oggetti e le
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Ad esempio, mentre nel Neo-Dada americano l’oggetto risulta recuperato attraverso i procedimenti della Pittura d’azione, nelle concomitanti
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Arman (Armand Fernandez) è legato all’oggetto da rapporti di ossessione, e la forma, giacché il suo procedimento si dimostra chiaramente formale
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pellicola le diverse fasi del suo procedimento. Per l’«impaccaggio» si ha così la scelta dell’oggetto, ad esempio una motocicletta, una statua o anche
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Tinguely coglie la realtà del nostro mondo nel suo aspetto di frenetico movimento e di spreco di energie, che giunge ad usurare l’oggetto
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del Nouveau Réalisme: da una parte, l’inerzia bruta dell’oggetto trovato; dall’altra la volontà espressiva, significativa dell’artista, che non sempre
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Accanto a queste ricerche sull’immagine, un altro gruppo di artisti persegue ricerche attorno all’oggetto, con l’intento di organizzare un preciso
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verificare come possa sussistere con la bidimensionalità della tela la tridimensionalità dell’oggetto, il rilievo plastico e illusionistico dell'immagine
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indirettamente è l’attenzione che Alberto Burri ha sempre rivolto alla materia e all’oggetto ad orientare il lavoro degli artisti italiani, come il suo
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-ambiente e la stessa vita degli spettatori. In questa direzione l’atto del costruire l’oggetto passa in primo piano rispetto all’atto di «rifigurare
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luce da Maurizio Calvesi. La difficile unità, una volta spezzatasi, come fa risalire ad oggetto o ad immagine, legati alla loro nozione quotidiana, il
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rispecchiare quella dell’uomo stesso e della sua convivenza storica minacciata. Il primo connubio avviene infatti fra il gesto del pittore e l’oggetto
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così integrata ad un ideale di forma impersonale. Al contrario Marcel Duchamp impiega il singolo oggetto, sovente rispettato nella sua squallida
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prendono alla lettera l’oggetto col relativo strascico di preconcetti e di nozioni e, attraverso l’oggetto, prendono alla lettera il mondo.
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I nuovi artisti poi si portano molto più vicini alla realtà; e tale vicinanza, come la loro maggiore fedeltà all’oggetto, rende inutilizzabile alla
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il prelievo dell’oggetto di ogni risonanza metafisica o comunque totalizzante, come di ogni sottinteso polemico, e nel considerarlo positivamente
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Al contrario il termine Neo-Dada (New Dada) suggerisce una interpretazione riduttiva di questo ritorno all’oggetto, confinandolo più in ambito
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familiarità con essa21. È noto come la vicinanza e la frequentazione prolungata abbiano un effetto riduttivo sulla nostra percezione di qualsiasi oggetto
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, ed il gesto vi registra le sembianze, la pelle dell’oggetto più ancora che solcarlo, penetrarlo. Johns accompagna all’azione l’atto percettivo: l
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Il nuovo punto di vista creato da Johns nei confronti dell’oggetto banale possiede una carica epidemica e un’incidenza a vasto raggio. Giacché se
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Dopo le prove iniziali con immagini-oggetto, Johns ritenta la strada dell’identità fra pittura e realtà adoperando questa volta disparati utensili
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Alla fine delle rispettive operazioni un uguale obiettivo di fondo accomuna di nuovo Rauschenberg e Johns: afferrare ed esibire l’oggetto
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dei suoi colori più tipici, suggerisce questa impostazione neutrale che arriva a chiudere il quadro nella perfetta autosufficienza dell’oggetto.
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possono tenere in pugno. Io cerco di agire nel vuoto esistente tra le due» 26. Così i suoi combine-paintings spingono l’oggetto dallo spazio dell’arte
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brutale. Con tali strumenti linguistici provvede a rifare l’immagine e l’oggetto prescelti; il rifacimento in cui consiste l’operazione centrale degli
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Dunque il rifacimento dei pop imita l’oggetto e la figura prescelti, tuttavia il risultato non s’identifica col modello, non è l’objet trouvé di Dada
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scivolino inavvertitamente nella psiche e nello stomaco dei suoi clienti. Impedendo il consumo immediato, recuperando l’oggetto dalla sua scomparsa
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Per Jim Dine tutto comincia con l’oggetto ed interrogando l’oggetto, e seppure se ne allontana ad esso ritorna come ad una condizione obbligata. L
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All’origine di questa trasformazione c’è un interrogativo: porsi da pittore la domanda di cosa sia l’oggetto (il mondo), vuol dire provocare con
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prepotente gioco degli umori resta ancorato sempre ad una chiara esplorazione concettuale. Ogni cosa, si è detto, ha inizio dall’oggetto (dacché il
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, siamo posti di fronte all’oggetto in un diretto faccia a faccia, dove il fattore percettivo (io vedo la falciatrice o il coltello) acquista un ruolo
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Dine si preoccupa di facilitare al massimo l’esibizione dell’oggetto curando attorno lo spazio e l’illuminazione: la falce, la pala ed il coltello
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, troviamo sempre la preoccupazione di disporre l’oggetto nelle più convenienti condizioni di spazio e di luce. Solò che poi l’artista ha finito per trascurare
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L’oggetto nella serie e sulla parete
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È però inevitabile che l’esibizione dell’oggetto susciti una fila d’incidenti, si direbbe, a catena. Il primo ed ancora interno che può capitare all
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Accanto alla sequenza del medesimo oggetto si pone l’aggregato di oggetti disparati: esso costruisce, fa il mondo, una stanza, una parete. Poiché il
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L’esibizione singola, in sequenza, o nella compagine della parete sembrerebbe bastare per chi si è proposto il problema dell’oggetto, ma in verità
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Ma può intervenire anche la nostra facoltà pratica. Da uomini positivi maneggiamo l’oggetto, lo impieghiamo a fini costruttivi, e così implicitamente
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Una delle prime facoltà chiamata in causa è quella linguistica; con essa si cerca di raggiungere l’oggetto, di classificarlo distinguendolo da ogni
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L’oggetto appare sorpreso dal pennello di Dine in uno stato di passività, senza che un’eccentrica o solo particolare cura dell’artista sia
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condurre la sua partita con la realtà dispone di buoni strumenti professionali, per cui, dopo avere isolato l’oggetto, ricorre alla pittura per
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la massima fedeltà alle forme essenziali dell’oggetto e la minima concessione alla pittura. Nella scelta gioca l’esempio di Rauschenberg, dei disegni
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Lo spettacolo dell’oggetto
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conforme è incapace di aprire una strada che avvicini l’uomo all’oggetto, il segno e il colore potranno allora allentare la soggezione al modello, se
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dell’oggetto reale e con tutto il rimanente disegnato bravamente. Seguendo l’itinerario che dal modello porta al suo duplicato possiamo renderci
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centro gravitazionale resta pur sempre spostato sull’oggetto che continua a far mostra di sé fuori dal quadro. Se dimenticassimo, infine, che il
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profondità sia abbandonandosi al gusto dello spettacolo che possiede invece vivissimo. Si sforza di credere che lo spettacolo dell’oggetto e dell’immagine
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, suzioni, palpeggiamenti. Più che nella stessa presenza, la qualità dell’oggetto sta nella sua sostanza, come il punto di incontro fra l’uomo e il mondo
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’immagine e dall’oggetto, che escono fuori al termine di un processo di rifacimento al tempo stesso complesso come un’indagine ed elementare come un
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